In occasione della XI edizione di Archivio Aperto, all'interno di un focus sul cinema alle 21.00 Xing e Home Movies/Archivio Aperto presentano i film in Super8 del pittore e film-maker fiorentino Andrea Granchi: Cosa succede in periferia? (1971) e Il giovane rottame (1972). I due film d'artista, tra i più noti dell'autore, sono stati recentemente oggetto di un intervento di ripristino funzionale e restauro tecnico da parte di Home Movies e vengono presentati al pubblico nella nuova versione restaurata. In particolare è stato ricostruito, con materiali sonori originali, l'incipit del film Il giovane rottameconsistente in una improvvisazione sonora introduttiva realizzata dallo stesso Granchi, assieme all'amico artista Renato Ranaldi (con cui ha condiviso l'esperienza del Teatro Musicale Integrale nella Firenze dell'avanguardia del'68) sopra un testo musicale del musicista barocco bolognese Giuseppe Torelli. La parte iniziale dell'improvvisazione era andata perduta durante una proiezione del film negli anni '70. A Raum sarà presente lo stesso Granchi che, a conclusione dell'incontro, proietterà con un proiettore cinematografico 16mm il breve film Morte del movimento (1974), un lavoro sull'attenzione dello spettatore che prevede un sonoro improvvisato direttamente dal pubblico presente sui movimenti imprevedibili dell'immagine.
Cosa succede in periferia? (1971)
super 8 mm, colore, sonoro magnetico, 15'
voce fuori campo Andrea Granchi
musica improvvisata in sincrono con materiali e strumenti vari da Andrea Granchi e Renato Ranaldi
Girato e sonorizzato a Firenze nello studio di Andrea Granchi in Piazza S. Spirito, Cosa succede in periferia? utilizza in animazione disegni, fotografie, sagome di presepe, ritagli da riviste e fotoromanzi, foto di dipinti e i Paesaggi per avventure (1970-71), dello stesso Granchi, come scenario di questo strano 'teatro' surreallista. Granchi, in questo film, che è uno dei suoi lavori più noti, impiega una inedita tecnica di animazione, dando luogo a continue mutazioni e sorprese grazie a intrusioni di ogni genere, che includono tra l'altro i Falsi quadri d'autore (1969-70), riproduzioni di dipinti ritoccati o contaminati dall'artista con presenze anomale di carattere ironico e dissacratorio. Dai materiali preparatori di questo film sono scaturiti cicli di tele emulsionate e una rara edizione di quattro serigrafie intitolata Isolamento (1972).
Il giovane rottame (1972)
super 8 mm, colore, sonoro magnetico, 25'
voce narrante Andrea Granchi
agiscono A. Granchi, M. C. Rastrelli, D. Padovani
musica barocca di Giuseppe Torelli e Baldassarre Galuppi con interventi sonori improvvisati da Andrea Granchi e Renato Ranaldi
Basato sul racconto omonimo di Andrea Granchi in forma di biografia parodiata (1971), il film ripercorre e utilizza, sul filo di una marcata e talvolta amara ironia, quell'accumulo eterogeneo di materiali, documenti, immagini e oggetti che rappresentano le stratificazioni di una vita a partire dall'infanzia. La chiave del lavoro è nel rovesciamento del rapporto naturale giovinezza/vecchiaia, nella parossistica e comico-patetica esorcizzazione del 'tempo che passa' e nel paradosso di una 'carriera' a rovescio in cui progressivamente, nel nome degli ideali convenzionali e ingannevoli di successo e di salute, il protagonista perde pezzi di sé, declina e si trasforma fino all'epilogo retorico della fine. Nel film, in cui agisce lo stesso autore, sono utilizzate opere oggetto come le Cure intelligenti e logiche esposte in occasione dell'esposizione personale di Granchi con lo stesso titolo del film alla Galleria Flori di Firenze (Gennaio 1972) in cui il lavoro venne presentato per la prima volta e proiettato a ciclo continuo, nonché numerose fotografie ritoccate a 'single frame' direttamente durante la ripresa. La versione originale aveva una parte iniziale pre-titoli di pura improvvisazione musicale (con Granchi alla tromba e Ranaldi al sax) sonorizzata direttamente sul film tramite un proiettore Heurtier, andata perduta in occasione di una proiezione del film al Museo Civico di Livorno (1974).
Morte del movimento (1974)
16 mm, Eastmancolor, 6'
realizzazione, soggetto, sceneggiatura Andrea Granchi
montaggio: il film è girato direttamente in macchina e non ha montaggio
Opera sull'attenzione dello spettatore e sullo sguardo espanso, il cui sonoro viene improvvisato direttamente dal pubblico presente sui movimenti imprevedibili dell'immagine. L'ambiente è sempre quello dello studio di Granchi a Firenze. Nel film compaiono, oltre all'autore stesso, alcuni tra i cineasti più attivi della cosiddetta "Scuola di Firenze": Massimo Becattini, Renato Ranaldi e Nicola Paoli. Un lavoro legato alla tesi che anche una immagine immobile possa contenere movimento. I personaggi sono, infatti, trattati in parziali e subitanee apparizioni, assieme a spostamenti di oggetti o viraggi di colore, riuscendo in questo modo a creare dinamicità nonostante la struttura pressoché immobile dell'immagine
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