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Bologna champagne, punto di platino in rimonta a San Siro: Inter stoppata

Bollicine rossoblù.
E' un solo punto, ma ne vale dieci. Il Bologna di Thiago Motta fa un figurone a San Siro e questo pareggio profuma di vittoria. Sotto di due reti dopo un quarto d'ora scarso, la truppa rossoblù si rialza grazie al rigore di Orsolini e firma il pari a inizio ripresa con un assolo di Zirkzee, che scaccia così definitivamente l'ombra dell'ex Arnautovic appollaiato in tribuna. Ma è tra le pieghe, nei dettagli, nelle intenzioni sparse qua e là sul rettangolo verde che si coglie la grandezza del lavoro del buon Thiago. Reazione mentale e tecnica al doppio svantaggio davanti a 70mila spettatori in un tempio del calcio, resistenza ordinata al cospetto del miglior attacco del campionato con tutta la difesa titolare in infermeria, energie e idee chiare anche dalle cosiddette seconde linee: è la democrazia mottiana, bellezza. L'Inter mastica amaro per la rimonta subita e teme ora di perdere la vetta a beneficio dei cugini rossoneri, ma i meriti di un Bologna imbattuto dalla prima giornata luccicano sopra ogni cosa e strappano applausi in questo pomeriggio milanese.
Dopo due set tennistici consecutivi (6-1), l'obiettivo primario del grande ex Thiago Motta è non sfigurare alla Scala del calcio. E il Bologna, ormai conclamato incubo nerazzurro al Dall'Ara, si affaccia a San Siro sfoderando perlomeno numeri all'altezza: seconda miglior difesa d'Italia e d'Europa (al pari del Nizza) dietro solo all'avversario odierno con appena quattro goal subiti e Skorupski inviolato da più di un mese, ultima sconfitta contro l'altra capolista (il Milan) che risale addirittura al debutto in campionato di fine agosto. Fremono dalla voglia di impresa, i rossoblù: anche se l'Inter schiacciasassi di questo primo scorcio lascia poche speranze a Ferguson e compagni. Simone Inzaghi non cede alle tentazioni di turnover e conferma l'undici opposto martedì al Benfica in Champions League con Thuram al fianco del cecchino Lautaro (già a quota 9); Barella e Mkhitaryan compongono la mediana tipo ai lati di Calhanoglu, Pavard vince il ballottaggio con Darmian in difesa. L'intenzione nerazzurra è mettere pressione al Milan, di scena in serata a Genova. Non mancano invece i problemi a Thiago Motta, che si ritrova con l'intera retroguardia titolare fuori uso: al lungodegente Soumaoro e al tandem Posch-Lucumì si è infatti aggiunto Kristiansen, in forse anche per il match con il Frosinone subito dopo la sosta. Mica il massimo della vita, contro la miglior artiglieria offensiva della Serie A (media di quasi tre reti a partita). Non trasloca tuttavia sulla fascia Calafiori, reduce da un buon momento come centrale in coppia con Beukema: a sinistra va Lykogiannis. Torna dal 1' Aebischer, davanti un Orsolini decisamente on fire dopo la tripletta all'Empoli confina ancora in panchina Karlsson. Il pivot anomalo è il solito Zirkzee, che salta l'incrocio col predecessore Arnautovic fermo per infortunio. Ci si attende la partenza a tutto gas dell'Inter, invece la prima occasione è di marca rossoblù con Ferguson: pallone che rimbalza senza padrone al limite dell'area, lo scozzese irrompe e col sinistro sfiora il palo a Sommer assolutamente battuto. Evidente fin dalle battute iniziali l'assetto ibrido del Bologna, che al consueto 4-2-3-1 in fase di possesso alterna un più compatto 4-3-3 senza palla, con Ferguson quasi a uomo sul metronomo Calhanoglu. Schermare il turco si può, mentre frenare le sue doti balistiche da fermo è missione impossibile: così, il corner telecomandato sulla testa di Acerbi in taglio sul primo palo si trasforma nel vantaggio interista dopo appena dieci minuti. Cade il fortino rossoblù dopo 439' di imbattibilità e sale con prepotenza la marea nerazzurra. Thuram appoggia per Lautaro che dai venticinque metri scocca un missile terra-aria angolatissimo: Skorupski impotente, prodezza assoluta per la clamorosa doppia cifra in campionato del fenomeno argentino e Bologna già sott'acqua. Spuntano i fantasmi del passato recente, al Meazza tira aria di ennesima imbarcata. Per fortuna di Thiago Motta, Lautaro si traveste da Penelope: dopo aver fatto, disfa. L'abbraccio plateale ai danni di Ferguson su calcio d'angolo regala al Bologna un rigore a dir poco limpido, che il sig.Guida assegna in seguito a suggerimento VAR. Dal dischetto Orsolini ritrova lo smalto dei bei tempi e cancella l'errore col Cagliari: svantaggio dimezzato, partita riaperta e rossoblù che riemergono dagli abissi. I folli ritmi iniziali si abbassano e il Bologna recupera progressivamente certezze sia sul piano tecnico sia a livello morale. Si inaugura così uno spezzone di equilibrio che conduce all'intervallo.
A stupire è la ripartenza rossoblù, decisamente col botto. Contropiede fulmineo, azione che si sviluppa con velocità e precisione con la ciliegina dell'imbucata perfetta di Ferguson per Zirkzee. Il puntero olandese riceve, si aggiusta il pallone e con la calma dei grandissimi lascia di sasso Sommer: rasoterra chirurgico e Bologna che esce a riveder le stelle. Esultanza sfrenata per i tremila tifosi rossoblù al seguito, ripensando ai minuti iniziali del primo tempo la rimontona assume contorni davvero fantascientifici. Sente puzza di bruciato Inzaghi, il triplo cambio ne è prova evidente: fuori i due esterni oltre a un appannato Thuram, dentro Cuadrado e Carlos Augusto più Sanchez. Le fatiche di Champions iniziano a farsi sentire, specie addosso ad una squadra confermata in blocco. Proprio Carlos Augusto e Sanchez confezionano l'immediato 3-2, spazzato via dal sig.Guida con bollino del VAR: fuorigioco millimetrico del cileno. Forze fresche dalla panchina anche per Thiago Motta, che richiama Ndoye (in giornata no) e sgancia Saelemaekers, fischiatissimo dal popolo nerazzurro per i suoi gloriosi trascorsi milanisti. L'Inter continua a puntare forte sui calci d'angolo, autentica fonte di sofferenza rossoblù: Lautaro sfiora la doppietta deviando con classe e tempismo il cross di Pavard, palla che sfila a millimetri dal palo lungo tra i sospiri di Skorupski. Minuto 77, allarme rosso in casa Bologna: problema fisico per Zirkzee, sostituzione obbligata per Thiago Motta che manda in campo Van Hooijdonk. Intoppo pesante per gli ingranaggi rossoblù, in cui il n°9 occupa una posizione cruciale per l'interpretazione assolutamente singolare del ruolo; la speranza è che siano solo crampi. L'Inter predispone l'atteso assalto a caccia dei tre punti, il Bologna accetta di buon grado i compiti difensivi e nel finale accarezza addirittura un colpaccio da album dei ricordi con l'incursione del neoentrato El Azzouzi. E' due a due e va benissimo così: esame di laurea superato a pieni voti.
Di seguito, le pagelle della gara.
INTER (3-5-2)
Sommer 6; Pavard 5.5, Acerbi 5.5, A.Bastoni 5; Dumfries 6 (55' Cuadrado 5.5), Barella 5, Calhanoglu 6.5 (83' Asllani s.v.), Mkhitaryan 6 (76' Frattesi 5.5), Dimarco 6 (55' Carlos Augusto 6); Lautaro 6, Thuram 5.5 (55' Sanchez 6). all.: S.Inzaghi 5.5
BOLOGNA (4-2-3-1)
Skorupski 6; De Silvestri 6.5 (83' Corazza s.v.), Beukema 7, Calafiori 7, Lykogiannis 6.5; Aebischer 6.5, Freuler 6; Orsolini 7 (83' El Azzouzi s.v.), Ferguson 7.5, Ndoye 5 (61' Saelemaekers 6.5); Zirkzee 7 (77' Van Hooijdonk 6.5). all.: Thiago Motta 7.5
INTER-BOLOGNA 2-2 (11' Acerbi, 13' Lautaro, 19' Orsolini rigore; 52' Zirkzee)
Francesco Piggioli
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