2/OTT/2024Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Bologna, che figurone ad Anfield! Magie di Salah: 2-0 Liverpool

A testa altissima, tra gli applausi.

Un gran bel Bologna esce sconfitto da Anfield con una rete sul groppone per tempo, con Salah sugli scudi tra assist per Mac Allister e goal. Si temeva una mattanza sportiva: nulla di tutto questo. Per lunghi tratti i rossoblù hanno giocato alla pari con il blasonatissimo Liverpool, con un picco meraviglioso nella parte centrale del primo tempo: doppio legno centrato da Ndoye e riflesso super di Alisson su Urbanski, che uniti al goal annullato a Dallinga in apertura fanno emergere più di un rimpianto per quel che poteva clamorosamente essere. Bella prestazione, di buon livello tecnico e alto spessore morale. Dolce sconfitta, si potrebbe azzardare. Zero punti, ma un pienone di autostima da rovesciare sul campionato e sui prossimi impegni europei, sulla carta molto più “umani”. Il commovente tributo finale dei tifosi rossoblù giunti nella città dei Beatles è la giusta chiosa su una serata che resterà negli annali, ma soprattutto nella memoria e nei cuori.

Din don al campanello della storia. Nel tempio di Anfield il Bologna va a scoprire cosa significhi davvero giocare la Champions League. Sì, per carità, le emozioni del debutto con lo Shakhtar al Dall'Ara sono al sicuro in un ripostiglio chiuso a chiave, ma l'iconica tana del Liverpool è decisamente altro. Il grande calcio mondiale è passato di lì, le sei Coppe dei Campioni in bacheca fungono da monito: per i rossoblù l'occasione di vivere quell'atmosfera da brividi è più unica che rara. Tremila tifosi al seguito, compreso un folto parterre di rappresentanza: dal Sindaco Matteo Lepore alla Vice Emily Clancy, da Pier Ferdinando Casini a Gianni Morandi passando per Cesare Cremonini, tutti presenti al di là della Manica per una trasferta che a prescindere si annuncia memorabile. You'll never walk alone, il celebre slogan di casa si applica anche in salsa bolognese. Di fronte ai ragazzi di Italiano, il classico Everest: né più né meno. Il Liverpool di Arne Slot è attualmente da solo in testa alla Premier League e figura tra le principali candidate a sollevare la Champions, forte di una macchina offensiva con pochi eguali al mondo che due settimane fa ha preso a pallonate il Milan a San Siro: fari puntati sulle ali, l'ex Roma Momo Salah e lo sgusciante Luis Diaz. Il centravanti è Nunez, parte dalla panchina Diogo Jota (non al meglio) mentre Chiesa non figura neppure tra i convocati per un problemino muscolare. Contro simili marziani, previsti straordinari per la retroguardia del Bologna, che davanti a Skorupski vede Miranda a sinistra come unica novità rispetto alle attese; confermatissimi Beukema e Lucumì, oltre a Posch. Ma la sorpresona si svela nel cuore dell'attacco: gioca dall'inizio Thijs Dallinga, che l'anno scorso colpì due volte i Reds con la maglia del Tolosa. E sì, un goal lo fece proprio ad Anfield. Per provare a scuotere il pezzo pregiato del mercato estivo, Italiano si affida anche alla scaramanzia. Comunque recuperato l'uomo del momento, Santi Castro, uscito malconcio dal match con l'Atalanta ma pronto a dare un contributo a partita in corso. Moro preferito ad Aebischer e Urbanski per Fabbian sono le scelte che definiscono un centrocampo imperniato sul magistero di Freuler, che da queste parti ha già vinto in maglia Atalanta: urge prova di enorme spessore tattico da parte del capitano rossoblù, chiamato a dare ordine ma anche a scalare spesso in soccorso della difesa. Cruciale l'approccio, in un palcoscenico da far tremare i polsi. E il Bologna risponde subito presente: pronti via, Dallinga scappa a Konaté sulla verticalizzazione di Ndoye e supera Alisson con un tocco morbidissimo. Sarebbe immediata estasi rossoblù, non fosse per il fuorigioco del centravanti olandese. Avvertito l'allarme, il Liverpool decide che non è il caso di scherzare e si fa bastare il primo vero affondo. Palla coi fiocchi di Salah per l'inserimento perfetto di Mac Allister a due passi da Skorupski: gran combinazione per l'1-0, poche responsabilità per la retroguardia di Italiano di fronte ai meriti dei Reds. Il cronometro segna undici minuti e il meteo annuncia burrasca. Ma il Bologna si diverte a smentire e smontare le previsioni. Lo fa col gioco, col coraggio, con un baricentro sempre alto. Ad Anfield: mica da tutti. Freuler si sdoppia a pulire palloni, Urbanski smista con la classe dei grandi. E le occasioni arrivano, grazie anche ai peccati di superficialità di un Liverpool improvvisamente adagiato sulla sua potenza dopo uno squillo di Szoboszlai (palla fuori a fil di palo). L'inno della riscossa è la traversa colpita da Ndoye, che di lì a poco va a sbattere anche sul palo col suo sinistro a colpo sicuro in mischia. Il Bologna sale, di tono e fiducia. Quando il destro ravvicinato di Urbanski costringe Alisson alla super parata, il pareggio sembra davvero nell'aria. Udite udite: Liverpool alle corde. Il momento magico rossoblù si concentra nella parte centrale, poi in chiusura Nunez e compagni tornano a bussare dalle parti di Skorupski. All'intervallo, insomma, un Bologna di cui andare fieri. A referto qualche ghiotta chance e negli occhi tanta bellezza. Crash test superato, senza dubbi.

Solido anche l'avvio di ripresa dei rossoblù, pur senza vampate da segnalare. E' un Liverpool più concentrato e in controllo, che pare attendere sornione una sbavatura del Bologna per allungare nel punteggio. Italiano fa passare un quarto d'ora di relativa tranquillità, poi inizia a pescare dalla panchina. Casale rileva l'ammonito Beukema, dentro Aebischer per un brillante Urbanski (peccato solo per quel destro alto da ottima posizione). Un cambio anche per Slot, che toglie l'opaco Nunez per inserire lo spauracchio Diogo Jota. Il Bologna tiene alta la soglia dell'attenzione e della personalità, pure sul piano fisico la truppa risponde alla grande con intensità e pressione costanti. Evidente l'obiettivo: rimanere in partita fino all'ultimo spezzone per poi giocarsi le carte della gloria sui titoli di coda. A mandare in frantumi il copione provvede però ancora una volta Momo Salah. Dopo la prelibatezza sfornata in assistenza a Mac Allister, il folletto egiziano si mette in proprio e rientrando sulla mattonella prediletta -complice anche l'opposizione soft di Miranda- dipinge con l'amato sinistro: pallone sotto l'incrocio, nulla da fare per Skorupski. Al triplice fischio mancano quindici minuti, guai a sporcare la prova finendo sott'acqua. Il Bologna continua a fare la sua partita come se niente fosse, col piglio di chi sa di aver dato tutto. Sfiora per l'ennesima volta la rete che strameriterebbe e chiude con un passivo davvero minimo per questa cornice. Ai punti e ai risultati si penserà dalla prossima volta. Non resta che godersi l'abbraccio finale di una notte comunque indimenticabile. Chapeau, davvero.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

LIVERPOOL (4-2-3-1)

Alisson 7; Alexander-Arnold 6 (85' Bradley s.v.), Konaté 5.5, Van Dijk 6, Robertson 6 (72' Tsimikas 6); Gravenberch 6.5, Mac Allister 7; Salah 8, Szoboszlai 6.5 (85' Jones s.v.), Luis Diaz 6.5 (72' Gakpo 6); Nunez 5.5 (62' Diogo Jota 6). all.: Slot 6.5

 

BOLOGNA (4-3-3)

Skorupski 7; Posch 6, Beukema 6.5 (62' Casale 6), Lucumì 6.5, Miranda 6; Urbanski 6.5 (62' Aebischer 6), Freuler 7 (85' Fabbian s.v.), Moro 5.5; Orsolini 5.5, Dallinga 6 (79' Castro s.v.), Ndoye 6.5 (79' Iling-Junior s.v.).  all.: Italiano 6.5

 

LIVERPOOL-BOLOGNA 2-0 (11' Mac Allister; 75' Salah)

 

Francesco Piggioli

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