9/MAR/2025 • • Featured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Bologna, colpaccio a Verona! Odgaard e Cambiaghi piegano l'Hellas

Finalmente, anche in trasferta.
Terza vittoria consecutiva per un Bologna lanciatissimo verso l'Europa. Al Bentegodi la truppa del grande ex Italiano aggiunge altri tre punti di sostanza alla sua sempre più intrigante classifica e mette pressione alla concorrenza, obbligata a rispondere per tenere il passo. Apre le danze Odgaard in chiusura di primo tempo, ricama il tabellino Cambiaghi a poco più di dieci minuti dal triplice fischio: con l'Hellas ridotto in dieci per l'espulsione di Valentini sembra fatta, ma una sbandata isolata della retroguardia rossoblù di cui approfitta Mosquera rimette in corsa i padroni di casa. Al tentativo di rimonta dei veneti mancano tuttavia energie, fondamenta, presupposti. Il Bologna non s'addormenta più, vendica il k.o. interno imposto dalla banda di Zanetti a fine 2024 e riesce ad interrompere il digiuno lontano dal Dall'Ara, dove la vittoria mancava da prima di Natale. Autorevolezza, forza, qualità: il menù rossoblù ha tutte le carte in regola per tentare un nuovo assalto ai piani alti del grattacielo della Serie A. E, soprattutto, per rimanerci stabilmente.
Un pranzo domenicale da trasformare in sontuoso banchetto, come sempre succede al Dall'Ara e quasi mai in trasferta. Il Bologna chiede questo alla sua gita veronese in un Bentegodi dove non vince da otto anni e al cospetto dello spauracchio Paolo Zanetti, che contro i rossoblù vanta numeri clamorosi: tre vittorie su tre e nemmeno un punto lasciato da guida di Venezia, Empoli e Verona (quest'ultima nel rocambolesco 2-3 dell'andata, fin qui unica sconfitta casalinga in campionato). Con tutto il rispetto, mica Real Madrid o Liverpool: ed ecco che il sentore di autentico sortilegio s'accentua. Per il ritorno in quella che da calciatore è stata per lui vera e propria casa (260 gare in gialloblù), Vincenzo Italiano è deciso ad esportare l'effetto Dall'Ara anche lontano dalle Due Torri. Fuori casa, in questo 2025, il piatto piange: due soli punti raccolti in tre partite con Empoli, Lecce e Parma; neppure lo straccio di una rete negli ultimi 180'. Statistiche da ribaltare per dare effettiva consistenza al sogno europeo. Il Verona deve invece puntellare la sua precaria ma non brutta classifica provando a tenere la scia delle ultime prestazioni: tra Fiorentina e Juve, un successo e ottime impressioni. Proprio il giustiziere dei viola, Bernede, è la novità dal 1' a supporto del puntero Sarr; completa il pacchetto offensivo il talento Suslov, più che mai affamato di goal dopo che allo Stadium gli è stata annullata la gemma del possibile vantaggio. Col recupero di Dawidowicz in difesa, Ghilardi finisce in panchina. Sulla lavagna, una sorta di 5-3-1-1 che nelle intenzioni soffoca spazi e idee nell'imbuto della trequarti. Consueto 4-2-3-1 e poco spazio per le sorprese nel Bologna, alle prese con la voragine lasciata dalla squalifica di Freuler: in mediana capitan Ferguson affianca Moro con compiti presumibilmente più difensivi del solito. Dietro si ricompone la coppia Beukema-Lucumì, davanti riecco Odgaard dall'inizio alle spalle di Castro con Orsolini e Ndoye larghi. Chiarissimo lo sviluppo, una fotocopia delle attese. Il Verona è l'ultima squadra della Serie A per possesso palla e conferma la sua fama con un primo tempo di pura trincea e costanti raddoppi, abbandonando di fatto Sarr tra le grinfie di Beukema e Lucumì. Un solo obiettivo in testa: non concedere la profondità agli attaccanti di Italiano, letali se innescati in campo aperto. Le barricate gialloblù pagano a lungo, di sussulti neppure l'ombra e lo spettacolo affoga nella monotonia. Bologna che palleggia a caccia di un buco in cui infilarsi, Zanetti che traveste persino i tenori da manovali e gioca palesemente per il pareggio: vedi Suslov, un fantasista in tenuta da mediano. Bando alle ciance, la salvezza passa anche da qui. Proprio quando all'orizzonte si profila la solita gara complicata contro un avversario chiuso, ecco che ad un passo dall'intervallo il tappo salta: discesa più imbucata perfetta di Calabria, Odgaard s'infila tra le maglie difensive e trafigge Montipò con un colpo da biliardo. Quinto goal stagionale per il danese, proprio quello che ci voleva per stravolgere il copione preconfezionato.
Al Verona servono altri argomenti per venire a capo del match, questo pare evidente già in uscita dalla pausa. Subito un cambio per parte: nei gialloblù, Tengstedt rileva lo spettrale Bernede per offrire compagnia a Sarr; nel Bologna, fuori l'ammonito Moro e dentro Aebischer. Le logiche intenzioni più bellicose del Verona aprono altrettanto logici spazi dalla metà campo in giù e i rossoblù provano subito ad approfittarne ma Montipò risponde con prontezza tanto su Odgaard quanto su Orsolini. Proprio l'Orso, appannato e stretto nella morsa Bradaric-Suslov, lascia il posto a Cambiaghi un attimo prima dell'ora di gioco. Il Bologna tiene le mani sul volante e controlla le operazioni, ma perlomeno ora deve guardarsi dalle sfuriate di un Verona che beneficia dell'innesto di Tengstedt per affacciarsi dalle parti di Skorupski: il destro alto del danese, unito al goal annullato per fuorigioco, è monito che invita a non distrarsi. Un minuto dopo l'ingresso di Dominguez per Odgaard, Italiano si gode un bel regalo da scartare. Valentini, già ammonito, stende Ndoye nei pressi dell'area: secondo giallo inevitabile, Verona in dieci per l'ultimo spezzone ed epilogo che pare scritto su pietra. Zanetti cambia i connotati del suo attacco alla ricerca di forze fresche con Kastanos e Mosquera, ma il raddoppio rossoblù è nell'aria. Da Dominguez a Cambiaghi, sinistro angolato e la papera di Montipò fa il resto: 0-2 con primo squillo rossoblù dell'ex Empoli, sempre più uomo del momento nelle fasi clou. Può partire la festa? Mai dire mai, nel calcio. Ecco che a questo punto si allunga l'unica ombra del pomeriggio del Bologna, appisolato e passivo sulla sfuriata gialloblù. Mosquera sfrutta la chiusura difettosa di Calabria per superare Skorupski con un tocco sporco convalidato dalla revisione VAR, il Verona può così mettere pepe ad un finale che il Bologna è tuttavia bravo a congelare a suon di possesso palla. Con tanto di chance enorme dilapidata da Dallinga in contropiede, a porta spalancata o quasi. Tutto è bene quel che finisce bene. Dopo Milan e Cagliari, anche l'esame Verona è superato a pieni voti. C'era modo migliore per avvicinarsi al big match di domenica prossima, con la Lazio ospite al Dall'Ara? Ovviamente no.
Di seguito, le pagelle della gara.
HELLAS VERONA (5-3-1-1, dal 46' 5-3-2)
Montipò 5; Tchatchoua 6, Dawidowicz 6, Coppola 5, Valentini 5, Bradaric 6 (68' Lazovic 5.5); Niasse 5 (85' Livramento s.v.), Duda 5.5, Suslov 6 (76' Kastanos 5.5); Bernede 5 (46' Tengstedt 6.5); Sarr 5 (76' Mosquera 6.5). all.: Zanetti 5.5
BOLOGNA (4-2-3-1)
Skorupski 6; Calabria 6, Beukema 6.5, Lucumì 7, Miranda 6.5; Ferguson 6.5, Moro 5.5 (46' Aebischer 6); Orsolini 5.5 (59' Cambiaghi 7), Odgaard 7 (68' B.Dominguez 6.5), Ndoye 6.5; Castro 6 (85' Dallinga 5). all.: Italiano 7
HELLAS VERONA-BOLOGNA 1-2 (40' Odgaard; 78' Cambiaghi, 80' Mosquera)
Francesco Piggioli
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