29/SET/2024 • • Featured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Bologna, il punto del cuore! Samardzic risponde a Castro e salva la Dea
Più fiero dell'orgoglio che triste per la beffa.
Il Bologna fa 1-1 per la terza volta di fila in casa, in campionato. Ma il come conta parecchio e, rispetto ai pareggi con Udinese e Empoli, sparge nell'aria ben altre sensazioni. La squadra di Italiano cresce, evidentemente e nettamente. Allo scoccare del novantesimo sta confezionando un piccolo miracolo sportivo con una difesa eroica del vantaggio firmato dall'ormai solito Santi Castro alla prima azione del secondo tempo. Difesa eroica, sì. Perché quella ripresa i rossoblù l'hanno giocata di fatto tutta in dieci, causa sciocca espulsione di Lucumì per fallo da ultimo uomo su De Ketelaere neanche cinque minuti dopo l'1-0. Roba da mangiarsi le mani: fin lì, il centrale colombiano era stato il migliore in campo. La partita prende una piega ovvia: assalto continuo dell'Atalanta e trincea bolognese. Va così, per forza e come sempre in circostanze analoghe. Gasperini ammassa attaccanti a getto continuo, Italiano fa lo stesso con i difensori. Tra traverse e pali atalantini l'impresa è ormai dietro l'angolo, quando Samardzic col suo sinistro fatato incastona una perla di recobiana memoria in un angolo impossibile anche per san Lukasz Skorupski. Pareggio, dunque. Doccia gelata, certo. Ma il punto rimane di platino.
Prima della notte storica di Anfield che manda in estasi l'intera città dal giorno del sorteggio Champions, ce n'è un'altra. Magari non così accattivante, eppure altrettanto importante per il prosieguo della stagione. Sul Dall'Ara soffia il vento dello scontro diretto tra realtà ambiziose, accomunate da una partenza frenata: Bologna e Atalanta, appaiate a quota sei. Una sterzata per due, se fosse cinema. Chi vince, ritrova altezze consone; chi perde, aspetta l'Europa col muso lungo. Italiano contro Gasperini significa garanzia di match aperto e spettacolare, tra allenatori che seguendo precetti diversi inseguono il controllo del pallino. Alla famigerata pressione uomo su uomo a tutto campo che ha reso famosa la Dea nell'intero continente con tanto di massima scolpita da Pep Guardiola (“Affrontarla è come andare dal dentista”) si oppongono baricentro alto e ossessione del tecnico rossoblù per lo sfondamento sulle fasce con pioggia di cross e combinazioni fino a far saltare il banco. In soldoni: non dovrebbero mancare i goal, almeno sulla carta. Statistiche e precedenti tengono la lancetta da parte Bologna: serie aperta di tre vittorie consecutive contro l'Atalanta, di cui lo stesso Italiano è un po' bestia nera con quattro successi su otto incroci totali in carriera. Salta la sfida a ritmo di tango tra i centravanti, Santiago Castro e Mateo Retegui, dalla periferia di Buenos Aires alla ricerca della consacrazione in Serie A. Gasperini sceglie infatti l'attacco leggero, con De Ketelaere e Lookman molto larghi per favorire le incursioni dello specialista Brescianini, teorico fantasista ma in realtà spesso autentico puntero. Nello spartito di Italiano, invece, il rientrante Orsolini e l'intoccabile Ndoye completano il tridente rossoblù ai lati del numero nove, più Fabbian preferito a Urbanski nei panni dell'assaltatore. Atalanta con i difensori contati: perso anche Hien per un problema muscolare alla vigilia della partenza, fiducia quasi obbligata al semi-esordiente Kossounou per tenere De Roon in mediana a battagliare con il vecchio sodale Freuler (grande ex di turno). Pur contando su più scelta in quello stesso reparto, limita invece al minimo le rotazioni Italiano: avanti con Beukema e Lucumì centrali più Posch e Lykogiannis terzini. Messaggio chiaro: testa all'Atalanta, Liverpool può aspettare. Il primo tempo scivola via al di sotto delle aspettative, con un'emozione per parte. L'attesissimo Orsolini cestina un ghiotto contropiede ignorando Castro a centro area, mentre sul fronte opposto lo sprecone si chiama Lookman: duello a tu per tu con Skorupski, destro piuttosto telefonato anche se il riflesso coi piedi del guardiano rossoblù è da urlo. Per il resto, ritmi alti ma senza trascurare studio e tattica. Il Bologna poggia molto sulle spalle larghe di Castro, scomodissimo anche per un marcatore arcigno come Djimsiti: dalle sponde dell'argentino sgorgano tutte le azioni migliori. Gasperini punta invece sulla fascia destra, dove per arginare il razzo Bellanova sono necessari raddoppi costanti in soccorso al pur dignitoso Lykogiannis: sul primo di questi, dopo neanche un minuto, Freuler becca un giallo pesante che lo costringe ad una gara di saggezza.
Per i fuochi d'artificio, si spera nella ripresa. Arrivano nel frattempo i cambi sulle rispettive trequarti: dopo Samardzic per l'ammaccato Brescianini sul gong dell'intervallo, ecco che Italiano lascia negli spogliatoi l'evanescente Fabbian e punta su un rifinitore più qualitativo come Urbanski, reduce dalla giornata di gloria di Monza. La partita si infiamma già alla prima curva. Ed è Castro a prendersi i riflettori. Finta che disorienta Djimsiti al limite dell'area e stoccata perfetta sul palo lungo, dove Carnesecchi non può arrivare. Altro giro, altro golazo per Santi: i riccioloni di Zirkzee fanno sempre meno ombra. Il Dall'Ara sprizza gioia da tutti i pori, mai e poi mai immagina che dietro l'angolo si nasconda lo strafalcione autografato dal migliore in campo, indiscusso califfo della difesa per un tempo abbondante: Jhon Lucumì. La dormita che spalanca la via della porta a De Ketelaere ha dell'incredibile, il conseguente abbattimento del belga è quasi scontato: il sig.Rapuano (già in inspiegabile overdose di cartellini) indica il dischetto e ammonisce, salvo poi tornare sui suoi passi dopo consulto VAR. Il fallo inizia infatti fuori area: il rigore si trasforma in punizione dal limite, ma il giallo diventa rosso per chiara occasione da goal. Italiano capisce l'andazzo e fa indossare ai suoi la tuta da lavoro: subito fuori Orsolini (un attaccante) per Casale (un difensore), prima di spalmare una linea a cinque con l'ingresso di Erlic per Aebischer dieci minuti più tardi. In campo anche Dallinga per un Castro non al meglio: l'ovazione che saluta Santi è un po' anche inno di incoraggiamento per averlo a Liverpool. E Gasperini? Inizia a scoccare frecce verso l'area rossoblù, nella speranza che qualcuna finisca per centrare il bersaglio. Prima Cuadrado e Retegui, poi Pasalic e Zaniolo: ad uscire sono solo giocatori con caratteristiche difensive, ergo a proteggere Carnesecchi rimane solo Djimsiti nel gran finale. Fatturato: una traversa in mischia e un palo colpito da Samardzic, che sta solo facendo le prove generali dell'aggancio. Minuto novanta, al cospetto del tiro a giro del talento serbo viene giù la roccaforte di Italiano. Sospirone per Gasp, che mette a frutto la superiorità numerica solo all'ultimo tuffo ed evita così una sonora figuraccia. Per il Bologna, la tentazione del rimpianto è affogata dagli applausi convinti del Dall'Ara. Ora, sotto con la storia: mercoledì, ad Anfield, c'è il Liverpool. Un bel sorriso prima dei brividi.
Di seguito, le pagelle della gara.
BOLOGNA (4-2-3-1, dal 54' 4-3-2, dal 68' 5-3-1)
Skorupski 7; Posch 6.5, Beukema 6.5, Lucumì 5, Lykogiannis 6; Aebischer 6 (68' Erlic 6), Freuler 6.5; Orsolini 5 (54' Casale 6), Fabbian 5 (46' Urbanski 6), Ndoye 6.5 (84' Holm 6.5); Castro 7.5 (68' Dallinga 6). all.: Italiano 7
ATALANTA (3-4-1-2)
Carnesecchi 6; Kossounou 6 (63' Retegui 5.5), Djimsiti 5, Kolasinac 6 (79' Pasalic s.v.); Bellanova 6.5 (63' Cuadrado 6), Ederson 5.5, De Roon 6, Ruggeri 6 (79' Zaniolo s.v.); Brescianini 6 (45' Samardzic 7); De Ketelaere 6.5, Lookman 5.5. all.: Gasperini 6
BOLOGNA-ATALANTA 1-1 (46' Castro, 90' Samardzic)
Francesco Piggioli
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