3/DIC/2023 • • Featured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Bologna, Salento amaro: Lykogiannis illude, il Lecce pareggia a tempo scaduto
Beffa atroce e dolorosa al minuto novantanove.
Il Bologna lascia in Salento due punti e la possibilità di agganciare almeno momentaneamente il Napoli al quarto posto. Quando lo 0-1 sancito dalla favolosa punizione di Lykogiannis a metà ripresa sembrava scolpito su pietra ecco che il Lecce è riuscito a rimettersi in piedi proprio all'ultima azione disponibile, all'ultimo secondo disponibile. O meglio: un pochino oltre. Ed è questo dettaglio a scatenare la rabbia di Thiago Motta con il sig.Doveri subito dopo il triplice fischio e poi a favor di telecamere nel post partita. Sull'assegnazione del rigore trasformato da Piccoli, nulla da rilevare: Dorgu si inserisce sul secondo palo con tempismo perfetto causa ritardo sanguinoso del tandem Posch-Moro e vanifica così il fuorigioco sanzionato dal direttore di gara, in seguito Calafiori stende il portiere Falcone che si era improvvisato centravanti per l'assalto della disperazione. Oltre all'episodio clou, i rimpianti rossoblù sono legati anche alle tante opportunità di raddoppio cestinate. Se ne contano almeno tre con protagonisti Lykogiannis, Ferguson e Ndoye. Per scalare gli ultimi gradini che portano all'Olimpo diventa dunque fondamentale spazzare via certi peccati d'ingenuità, che tolgono punti preziosi. A onor del vero va detto che non è stata certo la miglior esibizione della truppa rossoblù, ma proprio per questo il primo blitz stagionale in trasferta avrebbe avuto un peso specifico enorme. Niente da fare, appuntamento rimandato.
Il cammino fin qui idilliaco del Bologna presenta un unico neo e si riferisce alle trasferte. Zero vittorie e solo pareggi, tolta la caduta di Firenze. Per ingranare le marce più alte e scattare verso traguardi europei, migliorare il rendimento lontano dal Dall'Ara diventa così obiettivo primario. A cominciare se possibile dal campo amico del Via del Mare, dove i rossoblù hanno vinto le ultime due gare più recenti con risultato fotocopia (2-3) e dove soprattutto non perdono tra Serie A e B da 16 anni. Il Lecce però non ci sta, volendo placare la sua fame di successi: D'Aversa non porta a casa i tre punti da più di due mesi e ultimamente ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato. Il suo vecchio allievo Zirkzee (a Parma da gennaio a giugno 2021) incrocia la spada con Krstovic in quella che è una sfida tra due dei principali giocatori rivelazione del campionato, autori rispettivamente di cinque e quattro goal. Il manifesto della partita non ha però fatto i conti con il culto della collettività di Thiago Motta, che in Salento prova a far impallidire persino i padri nobili del socialismo internazionale: al centro dell'attacco sbuca Van Hooijdonk, Zirkzee parte a sorpresa dalla panchina. Nessuna star privilegiata, nessun posto assicurato: democrazia mottiana in purezza. C'è anche forse, più prosaicamente, la volontà di tenersi da parte una carta pesante da spendere in corso d'opera, visto che le opzioni sono contate e che negli altri settori il piatto piange: alla folta truppa parcheggiata in infermeria si è aggiunto anche De Silvestri per un affaticamento muscolare. Conferma per Ndoye e Saelemaekers sugli esterni, in mezzo il rampante Fabbian strappa conferme dopo lo scintillante debutto da titolare con goal contro il Torino. Previste novità nel pacchetto arretrato, magari in linea con quanto visto nel finale del match di lunedì scorso. E invece Thiago stupisce ancora, escludendo lo stakanovista Beukema per rilanciare Lucumì dall'inizio in coppia con Calafiori. Nel Lecce invece morde il freno il grande ex Nicola Sansone, costretto però ad aspettare il proprio turno nel secondo tempo: i titolari sulle fasce sono Strefezza e Banda. In mediana, l'eleganza del Mago Oudin reduce dal gioiello di Verona si fa preferire al dinamismo di Rafia mentre dietro Dorgu ottiene nuova fiducia anche dopo il piccolo disastro del Bentegodi. Primo tempo all'insegna dell'equilibrio, con il Lecce subito più reattivo e pimpante e i rossoblù in sorniona attesa. A conti fatti il Bologna rischia grosso solo sull'incursione in area di Gonzalez, pescato dal cross di Banda sul secondo palo: lo spagnolo sfugge alla guardia approssimativa di Kristiansen ma non riesce a trovare l'impatto vincente sul pallone che sfila sul fondo. Sul fronte opposto l'onere della proposta poggia quasi interamente sui guizzi di un incontenibile Ndoye, che fa ammattire i difensori di D'Aversa confermando però lo scarso feeling con la porta. Vedi episodio in chiusura di frazione, quando l'esterno svizzero svernicia Dorgu in velocità ma sul più bello sbatte sulla pronta respinta di Falcone.
Thiago Motta pretende il cambio di passo dopo un primo tempo di gestione ordinaria. Evidentemente, l'approccio alla ripresa dei suoi non lo entusiasma perché in seguito all'occasione di Van Hooijdonk (sinistro a lato di poco) arrivano addirittura quattro cambi in casa Bologna. Freuler e Moro cambiano volto al centrocampo, Lykogiannis va a fare l'esterno alto per l'impalpabile Saelemaekers mentre la staffetta Van Hooijdonk-Zirkzee è ampiamente annunciata. Sul fronte opposto D'Aversa manda dentro Piccoli al posto di un Krstovic letteralmente cancellato da questo Calafiori in versione Nesta: no, nessuna blasfemia ma semplice certificazione della crescita vertiginosa del centrale romano, mostruoso in anticipo. Sansone e Blind rivoluzionano poi il lato sinistro dell'attacco (fuori Banda e Oudin), ma il Lecce non trae grandi benefici dal valzer di sostituzioni. Il Bologna, al contrario, sì. Eccome. Minuto 69, punizione dalla trequarti: parabola magistrale del neoentrato Lykogiannis, pallone che va a spegnersi all'incrocio dei pali con Falcone spettatore obbligato. Ed è sorpasso rossoblù. Inerzia ora chiara, nitida, evidente: il Bologna crea premesse di bis ancora con Lykogiannis (errore a porta praticamente spalancata) e poi con Ferguson, bravo a raccogliere una palla sporca sugli sviluppi di rimpallo tra Ndoye e Falcone ma non altrettanto efficace nell'inquadrare lo specchio. L'amministrazione rossoblù del vantaggio è praticamente da manuale, fino a quell'ultima curva a cui Zirkzee e compagni si presentano impreparati e con la grave responsabilità di un risultato ancora aperto causa sprechi assortiti. Archiviare e imparare la lezione, senza se e senza ma.
Di seguito, le pagelle della gara.
LECCE (4-3-3)
Falcone 6.5; Gendrey 5.5, Pongracic 6.5, Baschirotto 6, Dorgu 5.5; Gonzalez 6.5, Ramadani 6 (77' Rafia s.v.), Oudin 5 (63' Blin 6); Strefezza 5.5 (77' Almqvist s.v.), Krstovic 4.5 (57' Piccoli 6.5), Banda 6.5 (63' Sansone 5.5). all.: D'Aversa 6
BOLOGNA (4-3-3)
Skorupski 6; Posch 6, Lucumì 6.5, Calafiori 6, Kristiansen 5.5; Ferguson 6, Aebischer 6 (57' Freuler 6), Fabbian 5.5 (57' Moro 5); Ndoye 6.5 (85' Urbanski s.v.), Van Hooijdonk 5.5 (57' Zirkzee 5.5), Saelemaekers 5 (57' Lykogiannis 6.5). all.: Thiago Motta 6
LECCE-BOLOGNA 1-1 (69' Lykogiannis, 90+9' Piccoli rigore)
Francesco Piggioli
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