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Bologna, sono due punti persi! Il Parma in dieci porta via il pari
Pareggite acuta.
E' la sindrome che attanaglia il Bologna di Italiano, ancora incapace di sbloccarsi al Dall'Ara. Cinque X in altrettante gare ufficiali casalinghe, più che un fortino la casa rossoblù assomiglia ormai ad una sfinge indecifrabile. La sensazione che nel derby col Parma si tratti di due punti persi più che di uno guadagnato, tuttavia, è molto più forte di ogni possibile alibi. Sì, perché contro un avversario ridotto in dieci per quasi un tempo intero causa espulsione diretta di Coulibaly per entrataccia su Ndoye la vittoria era praticamente d'obbligo. E invece, dopo una prima parte dominata da tattica e sbadigli, al momento dello scatto il Bologna ha ancora una volta frenato. E le fatiche di mercoledì a Liverpool c'entrano sicuramente, ma fino ad un certo punto. I rossoblù sono apparsi confusi, caotici, incapace di dare ordine ed incisività ad un assedio originato più dall'inerzia della gara che dalla ferrea decisione di mettere le mani sui tre punti. La valanga di cross spediti nel cuore dell'area, senza alcuna variante al copione, ha esaltato la tenuta ermetica della difesa di Pecchia, che finora viaggiava ad una media di due goal presi a partita. E così la prima volta con la porta inviolata in stagione concede ai gialloblù un pareggio che è oro colato per come si era messo il pomeriggio. In casa Bologna, al contrario, si va alla sosta col muso lungo.
Anfield come trampolino di lancio in campionato, non certo come arma di distrazione. Il derby dell'Emilia con il Parma coincide con un esame di maturità non da poco per questo Bologna reduce da paillettes e lustrini della Champions in uno dei teatri più suggestivi del globo. Le grandi squadre, del resto, fanno così: si disimpegnano con nonchalance alle cene di gala per poi calarsi alla perfezione anche in un clima da pranzo in trattoria. Riusciranno nell'intento, i rossoblù? E' la curiosità della domenica. Tenersi stretta la polpa di una prova scintillante pur chiusa con la sconfitta, dimostrare di aver eliminato le tossine (mentali oltre che fisiche), scacciare senza indugio ogni tentazione di superbia al ritorno sul pianeta Terra: trio di diktat per Vincenzo Italiano, deciso ora a prendersi la prima gioia al Dall'Ara. Turnover secondo attese, come sempre quando c'è l'incastro europeo. I vari Ravaglia, Lykogiannis ed Aebischer portano freschezza e novità quasi in tutti i reparti. Al centro della difesa manca il ministro Lucumì (squalificato), lo rimpiazza Erlic. Prima da titolare a destra per Holm, con Posch a riposo. L'intoccabile è sempre Freuler, esente da rotazioni finché sarà possibile perché un suo clone semplicemente non esiste. Ci si aspettavano cambi sugli esterni e invece Italiano insiste con la coppia di Anfield, Orsolini più Ndoye. Davanti, Santi Castro si riprende la titolarità e dopo i due goal consecutivi in campionato mette nel mirino la tutt'altro che irresistibile difesa del Parma, perforata già dodici volte in sei partite: allarme rosso per la vecchia conoscenza rossoblù Fabio Pecchia, triplice esperienza a Bologna da calciatore tra il 2001 e il 2006. I numeri da invertire non si limitano alla sola fase difensiva, per gli ospiti: l'ultima vittoria nel derby risale al 2012, da allora 4 successi del Bologna e 5 pareggi. L'unico punto raccolto nelle ultime quattro gare ha inoltre un po' sgonfiato la candidatura gialloblù al rango di sorpresa dell'anno, urge svolta per abbandonare i bassifondi. Il Parma si affida alle sponde del gigante Bonny e agli strappi in velocità delle sue ali, il rientrante Cancellieri e Man: contrariamente al solito, l'ex Lazio parte a destra e il talento rumeno va a sinistra. Meglio i gialloblù nei primi venti minuti, l'area di Ravaglia è sotto pressione ma la squadra di Pecchia pur distendendosi bene palla al piede grazie alla regia sapiente di Bernabé difetta nell'ultimo passaggio. Poi, in una spartizione quasi equa del cronometro, sale di tono il Bologna. Che si scioglie e crea le occasioni più nitide. Apre le danze Castro con una bella incornata su angolo di Lykogiannis: palla fuori di pochissimo. Quando finalmente anche Ndoye riesce a liberarsi della guardia fin lì impeccabile di Coulibaly, tocca a Suzuki metterci la manona per sventare in angolo. In chiusura ci prova poi Erlic due volte su corner, ma la mira è sempre sballata. Qualche sussulto, insomma: eppure all'intervallo la regina si chiama noia.
E la ripresa? Tutto ruota attorno alla cacciata precoce di Coulibaly, reo di fallaccio a tacchetti spianati sulla gamba di Ndoye: il rosso ci sta. Dopo aver già lasciato negli spogliatoi i deludenti Aebischer e Orsolini (per Fabbian e Iling-Junior), Italiano chiede qualità sulla trequarti ad Urbanski. Logica la contromossa di Pecchia, che per ridisegnare la sua linea difensiva a quattro è costretto a rinunciare ad una delle frecce offensive: dentro Hainaut, il sacrificato è Cancellieri. Il match si sviluppa secondo attese, con il Bologna in pieno controllo del possesso e il Parma tutto rintanato a protezione della porta di Suzuki. I gialloblù fanno una gran fatica a ripartire, perché Bonny perde quasi tutti i duelli fisici con Beukema; ma al tempo stesso rischiano solo sulla staffilata da fuori in stile Monza di Castro, a cui Suzuki risponde con una gran parata. Il Bologna palleggia, eppure non punge: Fabbian non trova il pertugio giusto in area con i consueti blitz, mentre l'impatto di Iling sulla contesa è semplicemente da dimenticare con una scelta sbagliata dietro l'altra. Per far rimpiangere questo Orsolini in crisi d'identità ce ne vuole: l'ex Juve quasi riesce nell'impresa. I minuti passano, Miranda e il reaparecido Karlsson sono le ultime mosse di Italiano. Resta a guardare Dallinga, che forse avrebbe potuto contribuire a riempire un po' di più un'area ben controllata dalla contraerea di Pecchia, con Balogh in grande spolvero. Il Bologna si attorciglia in un possesso fine a se stesso, andando a sfiorare il vantaggio solo con un tiro di Karlsson deviato sull'esterno della rete da Delprato. E buon per Italiano che a tempo praticamente scaduto, sull'unico vero contropiede avversario, Ravaglia abbia sfornato la paratona in risposta al destro avvelenato del neoentrato Mihaila. Sarebbe stata una disfatta clamorosa. Dopo gli applausi di Liverpool, il ritorno alla realtà è comunque un mezzo fiasco. Testa bassa e pedalare, otto punti in sette gare sono proprio pochi.
Di seguito, le pagelle della gara.
BOLOGNA (4-3-3)
Ravaglia 6.5; Holm 6, Beukema 6.5, Erlic 6, Lykogiannis 6.5 (78' Miranda 5.5); Aebischer 5 (46' Fabbian 5.5), Freuler 6, Moro 5.5 (62' Urbanski 6); Orsolini 5 (46' Iling-Junior 5), Castro 6, Ndoye 6.5 (78' Karlsson 5.5). all.: Italiano 5.5
PARMA (4-2-3-1)
Suzuki 6.5; W.Coulibaly 5.5, Delprato 6.5, Balogh 7, Valeri 6.5; Bernabé 6.5 (89' M.Keita s.v.), Sohm 6.5; Cancellieri 5.5 (55' Hainaut 6), Hernani 5 (72' Mihaila 6.5), Man 6 (89' Camara s.v.); Bonny 5.5 (72' Charpentier 6). all.: Pecchia 6.5
BOLOGNA-PARMA 0-0
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