12/GEN/2025Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Bologna, un altro finale amaro! Dovbyk salva la Roma: 2-2 al Dall'Ara

Sorride più Ranieri di Italiano, alla fine.

Il Bologna compromette ancora una volta al fotofinish quanto di buono aveva costruito in precedenza. Era già successo col Verona, ricapita con la Roma: per un totale di tre punti che evaporano. Cambia l'anno, non cambia la tendenza. E il vizio deve sicuramente far riflettere Italiano, costretto a masticare amaro in coda ad un match che i suoi ragazzi erano riusciti a ribaltare dopo il doloroso goal dell'ex di Saelemaekers in avvio di ripresa (con paperona di Skorupski). Il Bologna non si scompone, pareggia subito con Dallinga e mette la testa avanti con il rigore di capitan Ferguson nel giro di neanche dieci minuti. L'inserimento del pilota automatico sembra condurre in porto la vittoria, ma è qui che la gestione lascia assai a desiderare: dietro la lavagna finisce il subentrato Orsolini, pessimo architetto di un paio di situazioni propizie con vista 3-1. Così la Roma, confusionaria ma orgogliosa, si fa bastare l'ultimo corner in pieno recupero per acciuffare il punto. Tocco di mano di Lucumì in mischia, il sig.Abisso viene richiamato dal VAR e Dovbyk dal dischetto sfodera nervi di ghiaccio per spiazzare Skorupski. La classifica si rimette in moto, la beffa non fa disastri ma allunga rimpianti per l'ennesima occasione sprecata.

Cinque punti di distacco: c'è chi vuole allungare, c'è chi invece mira ad accorciare. Qui Dall'Ara, scontro diretto in piena regola. La Roma arriva senza tifosi al seguito (disposizione delle autorità) in un campo dove non vince né segna lo straccio di un goal dai tempi più bui dell'emergenza Covid, da quell'1-5 del dicembre 2020 che ha poi lasciato il posto a due sconfitte e a un pari. Dalla sua ha però la carica del derby stravinto nei modi e nei contenuti, toccasana ideale per infrangere anche il tabù trasferta: zero successi in stagione lontano dall'Olimpico, un trend che la cura Ranieri deve per forza aggiustare per rincorrere l'Europa. Una maledizione per le mani ce l'ha comunque anche il Bologna, che nel match d'apertura d'anno non trionfa da ben nove stagioni; Italiano vorrebbe proprio voltar pagina, andando così a rimuovere l'incidente di percorso di fine 2024 col Verona. Il bonus è esclusiva rossoblù: vincendo, con due partite da recuperare, il distacco dai giallorossi diventerebbe difficile da colmare. Per il Bologna è l'alba di un ciclo di ferro, da vivere in apnea o quasi: sette partite in venti giorni. Iniziarlo bene sarebbe auspicabile. Riflettori accesi sul grande ex Saelemaekers, al primo ritorno sotto le Due Torri: applauditissimo, come da attese. Non si può dire altrettanto per Mats Hummels, rossoblù in pectore per oltre un mese nella scorsa estate prima di optare per la Capitale: la sua prima volta al Dall'Ara è accompagnata da indifferenza più varie ed eventuali. Spicca però su tutto il duello a ritmo di tango, sulle note del talento, tra connazionali in forma smagliante: el Nene Dominguez contro Paulo Dybala, il futuro che bussa alla porta del presente. Stando alle premesse, divertimento assicurato. Italiano sceglie Ferguson per la sostituzione dello squalificato Pobega e preferisce Dallinga a Castro in attacco; Ranieri replica dando ancora fiducia a capitan Pellegrini dopo la perla nel derby alle spalle di Dovbyk. Dopo il minuto di silenzio in memoria di Fabio Cudicini, sullo start è fiammata rossoblù. Dallinga avrebbe subito l'occasione per rompere l'equilibrio ma la sua capocciata debole e centrale non spaventa Svilar. Meglio il Bologna nella prima parte, i guizzi di Dominguez mandano in tilt la retroguardia giallorossa e Mancini impiega un po' a prendergli le misure con i consueti modi spicci. Anche se sul fronte opposto Ndoye stenta ad accendersi, i ragazzi di Italiano sembrano più connessi alla partita rispetto ad una Roma lontana dagli standard del derby. Giallorossi innocui dalle parti di Skorupski per una buona mezzora, Ranieri allarga spesso e volentieri le braccia in segno di disappunto. Bologna più reattivo sulle seconde palle e più pulito nel fraseggio, benché poco incisivo nell'ultimo passaggio. Sia Pellegrini sia Dybala girano a vuoto, Dovbyk è troppo isolato. La svolta arriva dopo la mezzora: nulla di trascendentale, ma l'inerzia si rovescia sulla staffilata dal limite di Paredes addomesticata con qualche patema da Skorupski. La Roma chiude più alta, Dybala si mangia il vantaggio da posizione ghiotta col piede meno nobile (il destro). Zero a zero tutto sommato giusto, riflesso di un'equa spartizione.

La ripresa si apre col colpo al cuore per il popolo rossoblù. Saelemaekers ci prende gusto dopo aver impallinato la Lazio e tenta dal limite: Skorupski va giù goffo, trattasi di insolita papera con pallone che s'infila in rete. Non esulta per rispetto il buon Alexis e il Dall'Ara ricambia con un applauso spontaneo: memorie di un glorioso, recentissimo passato a braccetto. Ma il Bologna impiega pochissimo ad archiviare le scene strappalacrime. Lo strappo in ripartenza di Dominguez ha sembianze messianiche, l'azione si sviluppa in bello stile e Odgaard -uno che fa spesso la cosa giusta al momento giusto- confeziona l'assist per il primo centro casalingo di Thijs Dallinga, che batte Svilar sistemando così una pagella avviata verso l'insufficienza. Mica finita qui, l'onda rossoblù. Il tocco di mano di Koné in area su angolo è autostrada spianata verso il ribaltone, rigore netto che Ferguson trasforma con freddezza. Si sblocca il capitano, l'urlo liberatorio serve a piazzarsi alle spalle i lunghi mesi di infermeria per l'infortunio al ginocchio. Scocca quindi l'ora delle panchine: Italiano libera i cavalli di Orsolini, che nei piani può fare dannatamente male in contropiede ad una Roma sbilanciata; Ranieri rispolvera invece il 4-2-3-1 richiamando il fischiatissimo Hummels e l'evanescente Pellegrini, lontanissimo parente dell'uomo derby. Celik va a fare il terzino, El Shaarawy si mette alto a sinistra e Pisilli sostituisce Paredes come partner di Koné. Con la staffetta tra Dallinga e Castro anche Italiano cerca nuove energie, che a poco servono di fronte ai peccati di egoismo di Orsolini in campo aperto. La Roma rimane così aggrappata alla sopravvivenza e all'ultimo tuffo, spietata e cinica, punisce. Dovbyk sigilla il 2-2 dagli undici metri, buon per Ranieri che allunga la striscia di risultati positivi. Per il Bologna, un altro stop al momento di spiccare il volo. Ma manca proprio il tempo per stare a rimuginare: e non è detto sia un male. Mercoledì, a San Siro, c'è già l'Inter.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-2-3-1)

Skorupski 5; Holm 6 (89' Posch s.v.), Beukema 7, Lucumì 5, Miranda 6; Freuler 6.5, Ferguson 6.5; Ndoye 5.5 (68' Orsolini 5), Odgaard 6.5, B.Dominguez 7 (89' Iling-Junior s.v.); Dallinga 6.5 (78' Castro 6).  all.: Italiano 6.5

 

ROMA (3-4-2-1, dal 78' 4-2-3-1)

Svilar 6; Mancini 5.5, Hummels 5.5 (78' Celik 6), Ndicka 6; Saelemaekers 6.5 (84' Zalewski s.v.), Paredes 6.5 (78' Pisilli 6), M.Koné 5.5, Angelino 6; Dybala 5 (84' Baldanzi 6.5), Lo.Pellegrini 5 (78' El Shaarawy 6); Dovbyk 7.  all.: Ranieri 6

 

BOLOGNA-ROMA 2-2 (58' Saelemaekers, 61' Dallinga, 64' Ferguson rigore, 90+8' Dovbyk rigore)

 

Francesco Piggioli

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