16/MAR/2025 • • Featured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Cinema Bologna, che show al Dall'Ara! Manita alla Lazio e quarto posto

Troppo Bologna per essere vero.
Pare un sogno, invece è pura realtà. Che squadra ha costruito Giovanni Sartori, con i denari di Joey Saputo? Che corazzata ha plasmato Vincenzo Italiano? Sono domande a cui si fatica a trovare risposta, perché qualunque tentativo avrebbe le sembianze di un confine. E invece questo Bologna di confini sembra proprio non averne. Vedere per credere, nel pomeriggio più bello e roboante dell'anno. Sì, questo Bologna fa così: ogni volta illude di aver toccato il massimo, per poi spostare l'asticella un po' più in là. Il 5-0 stampato in faccia ad una Lazio sportivamente bullizzata è il manifesto di un assalto aperto, ufficiale, dichiarato ad un altro giro sulla giostra della Champions League. Significa quarto posto, con sorpasso incorporato alla Juve del traballante Thiago Motta crollato a Firenze: neanche in una favola. Sarà sosta idilliaca, in cui guardare e riguardare la manita con cui Odgaard, Orsolini, Ndoye, Castro e Fabbian hanno frantumato le speranze biancocelesti nello scontro diretto europeo. Un tornado rossoblù che si abbatte sui resti della truppa di Baroni, affacciatasi sotto le mura del Dall'Ara con il biglietto da visita di squadra in grande forma e rispedita nella Capitale con le ossa rotte dopo 90' di centrifuga. Come è ormai prassi da queste parti, lo racconta la sesta vittoria consecutiva in casa. Numeri da vertigine, tendenza da urlo. Nessun limite per il Bologna.
Pronti? Su il sipario, inizia la processione di big al Dall'Ara per la volatona finale. E la partenza è col botto, uno scontro che più diretto non si può con vista Champions: arriva la Lazio, punti che scottano e pesano doppio. Una sola lunghezza di distanza, chi vince ha ottime probabilità di insinuarsi nel poker di testa. E Italiano, pur avendo battuto solo una volta i biancocelesti in carriera da allenatore, confida di allungare la maledizione Dall'Ara. Che vale per tutti (serie aperta di cinque vittorie di fila per il Bologna), ma a maggior ragione per la Lazio: sotto le Due Torri l'Aquila non segna né raccoglie soddisfazioni da anni, in un tabù che si protrae da prima del Covid. Ultimo colpaccio nel 2018, ultimi quattro precedenti con un solo punto e zero goal all'attivo: trend terribile, destinato a essere trasformato in sortilegio dalla batosta in arrivo. Baroni è inoltre chiamato a dosare le energie della sua squadra, reduce dalla qualificazione ai quarti di Europa League. Le fatiche del giovedì rischiano sempre di incidere assai, ecco spiegato quel pizzico di turnover sparso qua e là a dimostrazione di una rosa ampia e variegata. Ad esempio, salta inizialmente l'incrocio tutto argentino tra Castro e Castellanos: se il n°9 rossoblù non si discute, il bomber laziale è alle prese con qualche acciacco e si accomoda in panchina. Idem il pendolino Nuno Tavares, costretto ad alzare bandiera bianca in extremis: a sinistra stringe i denti Marusic, neppure lui al meglio. Il centravanti titolare è Dia, con l'assaltatore Vecino alle sue spalle. Show annunciato sulle fasce, sorgenti di goal e strappi per entrambe: Orsolini e Ndoye sfidano Isaksen e Zaccagni, un quartetto da copertina. Nel Bologna, poi, Calabria la spunta sul grande ex De Silvestri. Preziosissimo il rientro di Freuler dalla squalifica, al suo fianco c'è Ferguson e non Pobega. Gila e Romagnoli compongono invece la coppia difensiva a protezione di Provedel. Anche la Lazio registra un ritorno pregiato a metà campo: il regista Rovella, affiancato dall'insostituibile Guendouzi. E' collisione tra squadre che scoppiano di salute, ambiziose e imbattute da settimane. Il sold out del Dall'Ara rappresenta allora una degna cornice di 90' destinati a dire tanto su presente e futuro. Il Bologna ha un piano partita ben preciso e lo sviluppa a dovere: togliere palleggio e profondità alla Lazio. I primi venti minuti raccontano di un monologo, con gli ospiti chiusi in un fazzoletto a ridosso della propria area e incapaci di infilare due passaggi consecutivi. Odgaard maschera Rovella con la complicità di un Ferguson altissimo e tonico come ai bei tempi pre infortunio, Beukema a ruota diventa quasi centrocampista aggiunto condannando nell'ombra Vecino e Dia. Bologna avvolgente e dominante, lo scatto non è altro che logica conseguenza. Zuccherino da sinistra di Miranda per il taglio gilardinesco di Odgaard sul primo palo: sorpreso alle spalle il Gila laziale, palla in rete e mazza che rotea nell'aria secondo copyright del danese, al sesto goal stagionale. Fattore sempre più decisivo, il buon Jens. Baroni allarga le braccia e cerca di infondere coraggio ai suoi, specie sugli esterni: Isaksen latita, Zaccagni è braccato da un Calabria in versione mastino. Pochissime tracce laziali dalle parti del disoccupato Skorupski, molto più vicini i rossoblù al raddoppio con la sventagliata perfetta di Castro ad innescare la classica azione di Orsolini con rientro sul sinistro; Provedel deve ricorrere al prodigio per tenere a galla la barca.
Il Bologna è un marchingegno che funziona, la Lazio si ritrova con qualche granello di sabbia tra gli ingranaggi. All'intervallo, insomma, vantaggio più che legittimo. La Lazio prova a ruggire subito con Pedro per lo spento Isaksen, inconsapevole di ciò che l'attende alla ripresa. Un uragano. Il Bologna si fa bastare due palloni conquistati per mettere a ferro e fuoco la sgangherata retroguardia di Baroni, archiviando la pratica in pochi istanti. Ndoye imbuca in verticale per Orsolini, che si presenta davanti a Provedel e lo fulmina tramite elegante pallonetto con sbarco in doppia cifra; poi lo stesso Ndoye capitalizza col piattone (più aiuto del palo) un contropiede avviato da Calabria e guidato dall'incontenibile Ferguson. Tre a zero al 49', con tanti saluti ai piani di rimonta laziali. Match in ghiaccio, il Dall'Ara gongola. Alzare il piede dall'acceleratore non è però atteggiamento compreso nel menù di Italiano, che pesca subito dalla panchina. Pobega per l'ammonito Freuler e Fabbian per Odgaard portano nuova linfa, mentre Baroni assiste sconsolato al palo pieno colpito da Zaccagni: ennesimo sintomo di una giornata stortissima. Di lì a poco il capitano biancoceleste lascia spazio a Tchaouna, con Noslin chiamato invece a rilevare l'inconsistente Dia. Una rivoluzione offensiva che non produce effetto; al contrario, l'attacco di Italiano continua a cannoneggiare. Orsolini fa le prove generali del poker quando tutti si accorgono che all'appello sul tabellino mancano un nome e un cognome: Santiago Castro. Detto, fatto. Corre il minuto 74 e il centravanti rossoblù finalizza nel migliore dei modi lo scippo di Pobega ai danni del disastroso Gila. Ma soprattutto, brinda alla grande alla prima convocazione con l'Argentina: con l'ottavo centro del suo campionato da rivelazione. Peccato solo per l'esultanza con spogliarello, che causa diffida gli costerà la squalifica dopo la sosta: niente Venezia per lui. Titoli di coda? Prima tocca stropicciarsi ancora una volta gli occhi di fronte all'azione più bella della gara. Esageriamo? Forse, dell'intero campionato rossoblù. La confezionano due subentrati, Cambiaghi e Dominguez: a dimostrazione di quanto siano davvero profonde identità e appartenenza sbandierate da Italiano nel post partita. Un gioco di triangoli nello stretto che sgorga nel cross di Miranda (al secondo assist di giornata) per l'inzuccata perentoria di Fabbian. Roba da Playstation, ennesimo ceffone ai resti della Lazio. Ora sì, dopo la doppia parata di Skorupski su Tchaouna e Rovella per conservare la porta inviolata, può partire la festa. La solita festa di fort Dall'Ara. Quanto sei bello, Bologna!
Di seguito, le pagelle della gara.
BOLOGNA (4-2-3-1)
Skorupski 6.5; Calabria 7, Beukema 8, Lucumì 7.5, Miranda 7.5; Freuler 7 (59' Pobega 7), Ferguson 7.5; Orsolini 8 (73' Cambiaghi 6.5), Odgaard 7.5 (59' Fabbian 7.5), Ndoye 8 (78' B.Dominguez 6.5); Castro 7.5 (78' Dallinga s.v.). all.: Italiano 9
LAZIO (4-2-3-1)
Provedel 6; Lazzari 4, Gila 3, Romagnoli 4, Marusic 4.5; Guendouzi 5 (78' Belahyane s.v.), Rovella 5; Isaksen 5 (46' Pedro 4.5), Vecino 4.5 (83' A.Ibrahimovic s.v.), Zaccagni 6 (62' Tchaouna 5.5); Dia 4 (62' Noslin 5). all.: Baroni 4
BOLOGNA-LAZIO 5-0 (16' Odgaard; 48' Orsolini, 49' Ndoye, 74' Castro, 84' Fabbian)
Francesco Piggioli
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