15/MAG/2025 • • Featured, Sport, L'Angolo del Piggio
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E' la sera dei miracoli! Ndoye fa la storia, il Bologna alza la Coppa Italia

Mezzo secolo dopo, la nobile ma impolverata bacheca rossoblù deve trovar spazio ad un nuovo inquilino.
La Coppa Italia si dirige verso Bologna, spinta dalla gemma di un Dan Ndoye ritrovato sul più bello. E' dell'ala svizzera il sigillo che vale lo 0-1 sul Milan in questa storica notte romana, che riallaccia definitivamente le connessioni con quel passato glorioso che il popolo rossoblù credeva di non vivere più. Invece, tutto ricomincia come per incanto dalla sera dei miracoli, alba di una nuova era come suggerisce -oltre al trofeo- la seconda qualificazione consecutiva alle coppe: l'Europa League, da adesso, è in cassaforte. Monumento all'orizzonte per Vincenzo Italiano, che non ne poteva più di veder festeggiare gli altri: il primo trionfo ai massimi livelli di fronte a 30mila bolognesi in estasi con gli occhi bagnati non si scorderà mai e trasforma l'antico brutto anatroccolo in uno splendido cigno che spicca il volo nel cielo di Roma, sempre magnanima con i colori rossoblù. Tre finali, tre vittorie: uno scudetto e due Coppe Italia, en plein che profuma di magia. E pazienza se, prima di stavolta, toccava risalire a metà Anni Settanta: nel calcio e nella vita, ci s'illude che certi legami non si spezzino mai. Che vadano solo riannodati, ripresi, rinfrescati. Indica la via la curva, con quella coreografia da brividi che chiama in causa gli eroi dell'ultimo tricolore. Ne sa qualcosa anche Joey Saputo, visibilmente commosso a fine partita. Qui, all'ombra del Cupolone, andò in scena uno dei suoi primi atti da patron del Bologna, proprio dieci anni fa e di rientro da una disastrosa trasferta a Frosinone, ai tempi della Serie B: l'assunzione di Delio Rossi, il tecnico dell'immediato ritorno in A. Ne è passata di acqua sotto i ponti, tra delusioni iniziali e gioie crescenti. All'Olimpico, mentre coccola la coppa tra le mani, anche il magnate canadese ha chiuso il suo personale cerchio.
E' la notte dei sogni, attesa da più di cinquant'anni. Per il Bologna, può essere la sera dei miracoli cantata da Lucio Dalla e ambientata proprio a Roma. Lì, dove i rossoblù vantano un'ottima tradizione. L'ultima finale all'Olimpico nel 1974 portò in dote la seconda Coppa Italia, la volta precedente addirittura uno scudetto. Un fiume di pensieri accompagna di certo anche mister Italiano all'appuntamento con la storia: dopo le tre finali perse con la Fiorentina, questa deve essere la volta buona. Questo, deve essere il suo turno. Non è ovviamente d'accordo Sergio Conceiçao, indiziato a lasciare il Milan tra poche settimane a prescindere dall'esito di quest'ultimo atto: farlo con due trofei sistemati in bacheca nel giro di pochi mesi come Supercoppa e Coppa Italia -seppur minori per la tradizione del club- e la conseguente qualificazione europea significherebbe uscita di scena sì, ma con onore. Al netto di un campionato che rimane sottotono e deludente. Il Diavolo s'avvicina perciò affamato alla tavola romana, il trofeo manca pur sempre dal 2003: il classico meglio che niente aspettando tempi più grassi, nei programmi rossoneri. Per il Bologna e i suoi oltre 30mila tifosi al seguito, invece, vale una Champions. Rispetto all'antipasto di venerdì, spicca il rientro di Rafa Leao che in campionato era squalificato: spauracchio conclamato e ovvia ciliegina sulla torta del 3-4-3 con cui il Milan si è rimesso in carreggiata nelle ultime settimane. Fofana torna a far coppia con Reijnders assicurando protezione alle sue sortite con e senza palla, mentre il cuore dell'attacco se lo tiene stretto Jovic che respinge la rimonta di un Gimenez freschissimo di doppietta decisiva ai rossoblù. Se Conceiçao vuole cavalcare l'onda, Italiano si affida ad un verbo opposto: resettare. Dimenticare cioè i venti minuti finali e fatali di San Siro, appoggiandosi al recupero di molti titolarissimi. Formazione fatta da giorni: Ndoye si riprende la fascia sinistra, capitan Ferguson riabbraccia Freuler a centrocampo, Orso a destra semplicemente non si tocca. Ci sono però anche due mezze sorprese, lungo la spina dorsale offensiva: trequarti affidata a Fabbian, con Odgaard evidentemente ancora non al meglio, e casella di centravanti di nuovo sulle spalle larghe di Castro che ritrova la maglia da titolare dopo settimane di calvario. E l'antidoto a Leao? Nelle intenzioni si chiama Holm, preferito al grande ex Calabria. Il primo tempo elegge in fretta i rispettivi trascinatori, attesissimi: da una parte Leao ad ogni fiammata semina il panico a sinistra e quello slalom iniziale ai danni di Lucumì con invito non raccolto da Jimenez è biglietto da visita che inquieta. Dall'altra, lo scatenato Ndoye, cui Tomori fatica persino a leggere la targa. Per fermarli, maniere forti obbligate: non a caso, i primi due cartellini della frazione nascono da tentativi di argine sfociati in falli a carico di Tomori e Ferguson. Come sviluppo, buon Milan sullo start e il Bologna deve aggrapparsi a super Skorupski per uscire indenne dalle prime battute: doppio riflesso salvifico, prima sul potenziale autogoal di Beukema e poi sul tap in di Jovic. Col passare dei minuti, i rossoblù si sciolgono e assumono il governo delle danze, anche se l'unico vero pericolo per Maignan nasce da fermo: piazzato di Miranda e inzuccata centrale di Castro. Un'altra chiave potrebbero essere i raid senza palla di Fabbian, che prova a stressare la retroguardia rossonera buttandosi negli spazi ma trovando poca assistenza. E il Milan? Come da copione insiste molto a sinistra con Leao (al netto di un Theo terribilmente involuto), mentre a destra Pulisic non trova mai lo spunto. La prima parte di gara del Diavolo evidenzia soprattutto una latitanza inattesa: quella di Reijnders, decisamente periferico e marginale dopo mesi scintillanti. Buon per Italiano, che registra e ringrazia.
All'Olimpico si chiede solo il goal alla ripresa, visto che ritmo e intensità non mancano. Leao illude ancora di poter essere l'autore designato a sbloccare la contesa, ma continua a predicare nel deserto. Il Bologna, al contrario, si fa bastare un capovolgimento di fronte. Da Fabbian a Orsolini, tenuto in gioco da Theo; rimpallo a favore di Ndoye, che se l'aggiusta a dovere e fulmina Maignan sotto la curva occupata dai tifosi rossoblù. Esplosione godereccia, groviglio di mani e braccia: il Bologna è in vantaggio. Incassato il cazzotto, Conceiçao pensa di correre in fretta ai ripari e s'illude che possa bastare il copia e incolla di venerdì scorso: triplo cambio con passaggio alla difesa a quattro. Walker rileva Tomori, Joao Felix si piazza tra le linee nel 4-2-3-1 che vede ora Gimenez vertice alto al posto di Jovic. Prontissima ma decisamente meno attesa la contromossa di Italiano, che spalma i suoi con la difesa a tre inserendo Casale per Orsolini oltre a Pobega per Fabbian: Holm e Miranda diventano esterni a tutta fascia, Ndoye s'avvicina a Castro in veste di seconda punta. La scacchiera, a questo giro, premia i rossoblù. Complice il calo di Leao, il Milan non trova nuova linfa dagli stravolgimenti che nel finale includono anche Abraham e Chukwueze. Così il Bologna, pur senza incantare, ha buon gioco nell'anestetizzare la situazione concentrandosi su una maniacale fase difensiva. In campo anche l'ex Calabria, poi Odgaard e Dallinga rimpiazzano Ndoye e Castro con le pile scariche. Trincea pragmatica, con un occhio al cronometro. E, quando il sig.Mariani fa suonare il gong, allora sì che può partire la festa. E' la sera dei miracoli, è fumata rossoblù. Si è mossa la città e, nel paradisiaco viaggio di rientro, si porta dietro la coppa. Voluta, pretesa, bagnata di sudore e lacrime.
Di seguito, le pagelle della gara.
MILAN (3-4-3, dal 62' 4-2-3-1)
Maignan 6; Tomori 5 (62' Walker 6), Gabbia 6, Pavlovic 6; Jimenez 5 (62' Joao Felix 5), Fofana 6 (87' Chukwueze s.v.), Reijnders 5, Theo Hernandez 5.5; Pulisic 5 (87' Abraham s.v.), Jovic 5.5 (62' Gimenez 5.5), Leao 6.5. all.: S.Conceiçao 5
BOLOGNA (4-2-3-1, dal 69' 3-5-2)
Skorupski 7.5; Holm 6.5 (76' Calabria 6), Beukema 6, Lucumì 7, Miranda 7; Freuler 7, Ferguson 6; Orsolini 6 (69' Casale 6.5), Fabbian 6.5 (69' Pobega 6), Ndoye 8 (80' Odgaard s.v.); Castro 6 (80' Dallinga s.v.). all.: Italiano 9
MILAN-BOLOGNA 0-1 (53' Ndoye)
Francesco Piggioli
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