24/FEB/2024Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Il Bologna mette la quinta: Fabbian più Freuler, Verona k.o.

Thiago Motta portaci in Europa”, ebbene sì.

Si alza forte e incontenibile il coro del Dall'Ara. Il Bologna non si ferma più: anche il Verona finisce al tappeto sotto le Due Torri e la quinta vittoria di fila toglie ogni freno inibitore all'estasi rossoblù. Ci pensano Fabbian e Freuler con un goal per tempo a sbrigare la pratica, in una notte distante dagli standard estetici più alti ma ricolma di emozioni. Cede persino Thiago Motta, che ha fama di essere personaggio piuttosto algido: l'atmosfera da brividi del fortino bolognese negli ultimi scampoli di gara non lascia indifferente neppure lui e gli occhi si inumidiscono. Non è stato il miglior Bologna dell'anno? Indubbiamente, ma la cavalcata verso l'Europa assume ormai contorni da pelle d'oca. E mai quanto stavolta contava davvero solo il risultato. Che arriva, sotto forma di tre punti: la pressione si sposta così su Atalanta e compagnia, chiamate a tenere il passo in un turno infarcito di scontri diretti. Qualcuno, giocoforza, frenerà. Atalanta e poi Inter, il girone di ritorno giunge ad uno snodo a dir poco impegnativo. Ma il Bologna ci arriva di gran carriera, dall'alto del suo quarto posto solitario almeno per un paio di notti.

Sul percorso stellato di Thiago Motta, ecco la classica trappola sotto le sembianze del Verona. Il Bologna va a caccia dell'en plein per archiviare un febbraio fin qui da urlo e riceve gli scaligeri terzultimi a pari merito col Sassuolo. Match senza storia solo per occhi estremamente superficiali, perché i ragazzi di Baroni pur essendo usciti trasfigurati dal mercato di riparazione per via delle disavventure finanziarie del presidente Setti stanno dimostrando di poter dire la loro fino alla fine in chiave salvezza. Vero, i quattro successi che il Bologna ha inanellato nell'ultimo mese i gialloblù li hanno messi insieme in tutto il campionato. Eppure il Verona sa vendere cara la pelle, specie da sfavorito: basti pensare al punto strappato alla Juve la scorsa settimana ma anche alle enormi difficoltà create a Inter, Roma e Napoli nelle uscite più recenti. Guai a sottovalutare l'impegno: Bologna avvisato. Thiago gioca d'anticipo, stavolta tocca a lui mettere pressione alle concorrenti per la Champions. Nell'undici rossoblù spiccano l'esclusione di Calafiori a favore dell'ottimo Lucumì dell'ultimo periodo e la promozione di Ndoye nel tridente d'attacco a scapito di Saelemaekers. Dopo la prodezza dell'Olimpico Zirkzee vorrebbe ripetersi anche nel suo Dall'Ara, dove non esulta da tre mesi tondi. Decisamente troppi per uno come lui. A centrocampo rientra Freuler dalla squalifica e si tiene stretta la maglia Fabbian, insidiato da Aebischer e Moro: è panchina per entrambi. Baroni si affida invece al piede caldo di Folorunsho e Noslin, reduci da goal alla Juve: sono i due esterni alti del suo 4-2-3-1, che vede Suslov fantasista e Swiderski centravanti. Serdar fa coppia con il metronomo Duda in mezzo, in difesa Centonze vince il ballottaggio con Tchatchoua. Carica subito il popolo rossoblù, rinfrancato anche dalla presenza in tribuna dell'ultimo arrivato Santiago Castro. Si sa, l'appetito vien mangiando. Il primo episodio degno di nota riguarda però l'arbitro Abisso, che s'infortuna dopo pochissimi istanti: brutta distorsione alla caviglia e immediata sostituzione con il quarto ufficiale Camplone. Il Bologna si rivela pronto alla partita rognosa che l'attende, il Verona pressa alto come da copione. Il piano di Baroni in parte riesce, perché combinazioni e scambi rossoblù vengono sporcati in un primo tempo indubbiamente bruttino. Ma i gialloblù non hanno fatto i conti con il fiuto in zona goal di Fabbian: a metà frazione la mezzala del Bologna sfrutta gli sviluppi di un corner per correggere in rete il suggerimento di Orsolini con un tocco da rapinatore d'area. E' il quarto, pesantissimo centro del suo campionato: numeri sempre più da attaccante aggiunto. Non proprio da manuale l'uscita alta del portiere Montipò nella circostanza, Thiago ringrazia e trova così la chiave per aprire la cassaforte di Baroni. Il Verona davanti continua a combinare poco, giusto Suslov tenta di creare qualcosa tra le linee pur senza impensierire Skorupski. E' allora il Bologna a sfiorare il raddoppio in almeno due circostanze. Prima con Orsolini, impreciso da posizione comunque complicata su servizio di uno Zirkzee sontuoso nei panni del rifinitore puro; poi con Ndoye, che fa ammattire Centonze e costringe Montipò alla respinta.

Il rientro post intervallo del Bologna sul rettangolo verde è all'insegna della continuità. Thiago non vuole dare opportunità al Verona di aggiustare la serata, provano subito ad accontentarlo Posch e Beukema: sponda aerea del primo e tap in “ciccato” dal secondo a pochi passi dalla porta, con Montipò impotente. E' in seguito Ndoye a ritrovarsi ancora sul destro il pallone del primo goal in Serie A, ma un errore nel controllo pregiudica la finalizzazione. Bologna che rimane lontano dalla sua versione migliore, sprechi che fanno storcere il naso a Thiago Motta. Morale: Baroni ci crede. Tchatchoua e Mitrovic sono le forze fresche gettate nella mischia, escono di scena Centonze e Swiderski. Per entrambi, bocciatura sonora. La ricerca del pareggio veronese per poco non beneficia di un partner inatteso: Skorupski. Il portiere del Bologna va davvero vicino al patatrac quando nel tentativo di riavviare velocemente la manovra non si accorge della presenza di Suslov nei paraggi; il trequartista gialloblù non si fa pregare e cerca il pallonetto da mille e una notte. Palla fuori di un soffio tra gli scongiuri del Dall'Ara. Sfuma la grande chance del Verona e puntualmente il Bologna chiude i conti. Fabbian sveste i panni del bomber e indossa quelli dell'assistman, il cioccolatino servito a centro area è davvero irresistibile: irrompe Freuler, primo goal rossoblù e due a zero. Mazzata sulle residue speranze del Verona, mentre il Bologna può dilagare con fiducia e negli spazi che vengono ad aprirsi. Parte anche la girandola dei cambi, su tutti emerge il ritorno di Karlsson accolto dalle coccole del Dall'Ara. Skorupski regala un altro brivido in uscita, per poco il neoentrato Henry non ne approfitta per aggiungere pepe sui titoli di coda. Ma il riscatto sbuca all'improvviso, dietro l'angolo: la paratissima sul tiro a colpo sicuro dello stesso attaccante francese in pieno recupero sa tanto di assoluzione da ogni peccato. Bottino pieno nelle cinque partite di febbraio: 15 punti con la ciliegina degli zero goal subiti nelle ultime tre gare casalinghe. La festa finale sotto la curva è routine che non stanca mai, la squadra avverte la spinta e l'abbraccio di un'intera città. Qua c'è profumo di storia. Non più solo da leggere o ascoltare in antichi racconti: anche da scrivere.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-3-3)

Skorupski 6; Posch 7 (75' De Silvestri 6), Beukema 6.5, Lucumì 7, Kristiansen 6; Fabbian 7.5 (82' Aebischer s.v.), Freuler 7 (82' El Azzouzi s.v.), Ferguson 6.5; Orsolini 6 (75' Lykogiannis 6), Zirkzee 6.5, Ndoye 6 (82' Karlsson s.v.).  all.: Thiago Motta 7

 

HELLAS VERONA (4-2-3-1)

Montipò 5; Centonze 5 (58' Tchatchoua 5.5), Magnani 6, Dawidowicz 5.5, Cabal 5.5; Duda 5.5 (82' Dani Silva s.v.), Serdar 6; Noslin 4.5 (82' Henry 5.5), Suslov 6.5, Folorunsho 5 (87' Lazovic s.v.); Swiderski 5 (58' Mitrovic 6).  all.: Baroni 5.5

 

BOLOGNA-HELLAS VERONA 2-0 (27' Fabbian; 65' Freuler)

 

Francesco Piggioli

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