2/NOV/2024Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Orso graffia il Lecce, tre punti d'oro per il Bologna!

Vittoria tanto sporca quanto pesante.

Sono queste le giornate che determinano e scrivono le classifiche. Sì, quando vinci senza brillare i punti incidono ancora di più. E il Bologna, che in questo inizio di stagione ha spesso e volentieri sprecato l'impossibile, stavolta spreme il massimo da un pomeriggio tutt'altro che entusiasmante. Infrange il tabù Dall'Ara (dove non vinceva da sette mesi) e lo fa grazie alla solita zampata dell'Orso, a cinque minuti dal novantesimo, quando la partita sembra ormai avviata all'ennesimo pareggio incolore. Cross da sinistra di Miranda e inzuccata perentoria del n°7, fino a quel momento candidato principe alla palma di peggiore in campo: e invece sfugge per la prima volta in tutto il match alla guardia del fin lì perfetto Gallo e se la fa bastare. Uno a zero con tanti saluti alla trincea del Lecce, crollata sul più bello. E' il flash che spezza l'equilibrio, è grasso che cola sulla classifica rossoblù. Per farsi un'idea: con questi tre punti, Italiano aggancia la stessa quota di Thiago Motta un anno fa dopo dieci giornate. Significa momentaneo salto all'ottavo posto aspettando la replica di Roma, Torino e Milan. Significa soprattutto secondo successo di fila: non era mai successo finora. Con tanto di porta ancora imbattuta: specie quando non si vivono giorni di gloria, non prenderle è sempre un buon inizio. La lezione pare appresa e metabolizzata. In vista della notte quasi da dentro o fuori in Champions col Monaco, una robusta iniezione di fiducia.

Dalle parti di via Andrea Costa e dintorni si torna a parlare di calcio e già questo è motivo di festa. Per il pomeriggio perfetto, però, servirebbero anche i tre punti. Ovvero, la seconda vittoria di fila dopo il colpaccio di Cagliari. Quella vittoria che al Dall'Ara manca dal 1° aprile, netto 3-0 alla derelitta Salernitana prima della caterva di pareggi che ha portato fin qui. Sette mesi esatti sono anche quelli trascorsi dall'ultima volta di Lewis Ferguson in campo: il capitano c'è, parte ovviamente dalla panchina ma all'occorrenza è pronto a dare un contributo. Insomma, le premesse incoraggiano e Italiano ha l'acquolina in bocca. Un indizio? Il turnover con vista Champions, mai così limitato: Ravaglia in porta e De Silvestri in difesa. Gli altri big sono tutti al loro posto, come pochi giorni fa a Cagliari. Straordinari già segnati in agenda per Beukema, Lucumì, Freuler, Orsolini, Ndoye e Castro. Italiano non ne vuol sapere di dosare i titolarissimi: c'è in ballo il rilancio definitivo, si cercano quelle conferme che darebbero nuova linfa e credibilità al percorso fin qui rallentato dei rossoblù. Impossibile anche rinunciare a Jens Odgaard, ora come ora: troppo prezioso il suo fluttuare tra le linee senza dare riferimenti alle difese avversarie, con la doppia ciliegina consecutiva dei goal a Genova e Cagliari. Non a caso, il danese è ancora titolare. Martedì c'è il Monaco e saranno 90' da non fallire per nessuna ragione al mondo; neppure questi, però. Testa ben fissa sul Lecce, inchiodato nei bassifondi da numeri deludenti: peggior attacco dell'intera Serie A con appena 4 goal segnati, di cui nessuno in trasferta. Ma guai a prendere sottogamba la truppa dell'ex Luca Gotti (un triennio a Bologna da vice di Donadoni). I salentini vengono dal successo interno sul Verona e dispongono di armi affilate per invertire il trend: occhio in particolare all'attacco, dove la rivelazione Dorgu e il sempre scomodo Banda possono garantire assistenza a Krstovic. Primo tempo a dir poco ingessato, il Bologna illude il suo popolo con uno scatto a razzo dai blocchi ma l'apprensione per la difesa del Lecce dura tre minuti di cronometro. Poi i giallorossi prendono progressivamente le misure a match e avversario, preoccupandosi solo del non possesso grazie anche alla scarsa vena dei tenori di Italiano. Tantissimi gli errori di misura, che precludono sbocchi offensivi. Il risultato è un Bologna soporifero: Orsolini e Ndoye non si accendono, Castro si fa notare per qualche scaramuccia con Baschirotto, Odgaard ondeggia tra le pieghe della gara con poco costrutto. Ne esce una frazione inguardabile, con il Lecce tutto rintanato dietro e i rossoblù che lanciano qualche segnale di vita solo al tramonto. Ndoye scorge qualche crepa nel muro dell'affidabile Guilbert, è a sinistra che il Bologna prova a sfondare: anche perché a destra Orsolini continua a non combinarne una giusta, con vivi ringraziamenti da parte del dirimpettaio Gallo. All'improvviso, dal nulla, l'occasionissima: Miranda spedisce al centro un pallone sporcato da deviazione, Freuler irrompe a botta sicura sulle respinta di Falcone ma mastica il tiro che si perde incredibilmente a lato. Goal divorato. Partite così chiuse si scassinano anche così, con opportunismo al momento giusto. E invece tocca ripassare, perché Falcone si conferma reattivo in risposta alla capocciata di Castro sempre su servizio di Miranda. Dopo tanti sbadigli, se non altro, un paio di sussulti.

Sulla stessa falsariga anche lo scorcio iniziale di secondo tempo, tanto che tutti si aspettano le prime mosse dalla panchina. Ndoye e Orsolini continuano a non ingranare, il Dall'Ara si aspetta Iling-Junior o Dominguez. E invece no, Italiano sceglie di dar fiducia ai suoi esterni in ombra e toglie Odgaard per inserire Dallinga. Dentro anche Urbanski per Moro, con passaggio ad una sorta di 4-4-2 molto offensivo in cui tocca a Freuler fare da filtro per sostenere tutta quell'abbondanza in zona goal. Gotti intravede l'ora di gioco e inizia a rafforzare le barricate finalizzate a congelare il pareggio che al suo Lecce andrebbe benissimo. L'ingresso di Coulibaly fa alzare il jolly Pierotti nella batteria delle ali, ma è l'uscita di scena dell'acciaccato Guilbert a pesare: lo rileva Pelmard e non sarà la stessa cosa. Ndoye alza i giri del motore, con l'aiuto di un Miranda finalmente sciolto e dominante come da attese estive. Il Lecce imbarca acqua a destra, ma di pericoli veri e propri per Falcone non se ne vedono. Con un Bologna così sbilanciato e al tempo stesso impreciso, la completa rinuncia a proporre qualcosa da metà campo in su è però difficile da spiegare. Italiano cala anche l'asso Fabbian, che fissa subito l'appuntamento con il vantaggio tramite specialità della casa: sulla prima intuizione positiva di Orsolini, l'inserimento in area è perfetto ma non si può dire altrettanto del colpo di testa, facile preda di Falcone. I minuti passano, il Dall'Ara comincia a rumoreggiare. Bisogna infondere coraggio ed ecco che il ritorno di Ferguson è indubbiamente strumento idoneo: applausi a scena aperta per il capitano, in campo per gli ultimi assalti. Come per magia, di lì a pochi attimi il muro del Lecce viene giù. Miranda fabbrica l'ennesimo cross, Orsolini spazza via una prestazione da mani nei capelli girando in rete di testa. E' estasi rossoblù, gongola anche Italiano davanti alla sua panchina. Il Bologna ci sta prendendo gusto e ora vuole provarci anche tra le stelle. Appuntamento a martedì, per il tris e per la storia.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-2-3-1, dal 57' 4-4-2, dal 68' 4-1-2-3)

Ravaglia 6; De Silvestri 6.5 (82' Posch s.v.), Beukema 6.5, Lucumì 6, Miranda 7; Freuler 5.5 (82' Ferguson s.v.), Moro 6 (57' Urbanski 6); Orsolini 6.5, Odgaard 5.5 (57' Dallinga 6), Ndoye 6; Castro 5.5 (68' Fabbian 6).  all.: Italiano 6.5

 

LECCE (4-3-3)

Falcone 6.5; Guilbert 6.5 (57' Pelmard 5), Gaspar 6.5, Baschirotto 6, Gallo 5.5; Pierotti 6, Ramadani 5.5 (87' Rebic s.v.), Rafia 6.5 (76' Pierret 5.5); Dorgu 5.5 (87' Sansone s.v.), Krstovic 5, Banda 5 (57' Coulibaly 5.5).  all.: Gotti 5.5

 

BOLOGNA-LECCE 1-0 (85' Orsolini)

 

Francesco Piggioli

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