31/DIC/2024Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Patatrac Bologna, clamoroso golpe del Verona: cade fort Dall'Ara

Lo schiaffo di fine anno.

Quando meno te lo aspetti, crolla la roccaforte del Bologna. A nove mesi di distanza dall'ultima volta, un blitz allora firmato dall'Inter già in odor di tricolore. Succede proprio all'ultimo giro di un 2024 fitto di soddisfazioni, contro un Verona tutt'altro che irresistibile eppure capace di ottimizzare regali e svarioni rossoblù per questo colpaccio di platino in chiave salvezza. Capita di tutto, nella notte stregata del Dall'Ara: illusioni e ribaltoni, espulsioni e reazioni d'orgoglio, infine beffe da autogoal. Novanta minuti sulle montagne russe, in cui se non altro brilla la stella sempre più luminosa di Benjamin Dominguez: una doppietta per inaugurare la serata e poi silenziare la rimonta gialloblù firmata dal tandem offensivo di Zanetti (Sarr-Tengstedt). Nel calderone, anche il rosso a Pobega per manata a Duda: ingenuità con l'aggravante della recidiva, peccato davvero imperdonabile. Il Bologna non demerita, anzi in dieci confeziona uno spezzone tutto cuore che riaccende in senso positivo il suo popolo, già scaldato dall'arbitraggio a dir poco mediocre del sig.Ayroldi. Ma ecco che la curva finale sorride improvvisamente ai veneti, in barba all'inerzia: punizione di Duda e deviazione sfortunata di Castro nella porta sbagliata per il 2-3. Dalla centrifuga emerge la nitida, forte sensazione di un bonus sprecato. La classifica rimane bella, ma non aver sfruttato a dovere questo turno farcito di scontri diretti d'alta quota chiusi senza vincitori né vinti rischia di trasformarsi in grande rimpianto nella corsa europea.

Sulla strada dei rossoblù, il classico trabocchetto di fine anno. E' Davide contro Golia e questo Bologna in crescita esponenziale deve dimostrare di saper vestire con disinvoltura anche i panni del favorito. Aggiungere altri tre punti alla scintillante classifica dell'ultimo periodo schiuderebbe orizzonti davvero intriganti sotto gli occhi di Vincenzo Italiano, che del Verona è stato a lungo colonna da calciatore. L'Hellas offre numeri estremi, che tratteggiano un avversario capace di tutto. Nel bene e nel male: ad un attacco da medio-alta classifica fa da contraltare una difesa che imbarca acqua come nessun'altra in Serie A (addirittura 40 goal al passivo, media di oltre due a partita). Talento offensivo unito a fragilità arretrate, in un mix difficile da decifrare. Poco spazio per i compromessi: non a caso, il Verona è l'unica squadra a non aver mai pareggiato finora in campionato. Italiano preferisce però tenere lo sguardo nel suo giardino, finalmente rigoglioso. Con Ndoye recuperato ma solo per la panchina, i prescelti per le fasce sono ancora Dominguez e Odgaard mentre Fabbian strappa a sorpresa la maglia da titolare a capitan Ferguson. In attacco di nuovo spazio a Castro, con buona pace di un Dallinga comunque alleggerito dal goal decisivo siglato la scorsa settimana. Nel 3-4-1-2 dei veneti, invece, occhio all'assortimento di piedi buoni della prima linea: la classe di Suslov supporta il doppio pivot Sarr più Tengstedt, quest'ultimo tra le note più positive della prima parte di stagione (già 5 reti a bilancio). Alle spalle tutto o quasi passa dalla regia di Duda, indiscusso direttore dei lavori protetto dal mastino Serdar; il grande escluso è Belahyane. Il Verona si aspetta l'onda iniziale rossoblù e tiene da subito basso il baricentro, grazie anche al sacrificio delle due punte. Di fatto in fase di non possesso Zanetti spalma la sua difesa a cinque, sperando basti. Il Bologna spadroneggia tuttavia fin da subito, creando premesse rilevanti dalle parti di Montipò. Fabbian s'infila con disinvoltura negli ingranaggi di una partita fisica e dinamica, l'inzuccata di poco alta di Odgaard fa da antipasto al vantaggio che nasce da una combinazione tutta argentina. L'intelligente sponda aerea di Castro -unica nota positiva di una gara complicata anche senza il fardello dell'autorete- è invito a nozze per l'amico Dominguez, il cui colpo da biliardo trafigge Montipò stappando la contesa. Primo splendido centro in Serie A per el Nene, che ripaga così la fiducia di Italiano. Partita in discesa, il Bologna prova a mettere i sigilli e Odgaard flirta ancora col goal insinuandosi in area: il palo salva l'Hellas. Tempi duri per Zanetti, neanche il giocatore più coraggioso scommetterebbe un cent sulla rivoluzione. E invece, all'improvviso, l'eccesso di sicurezza tradisce il Bologna. Il festival degli orrori è inaugurato dalla dormita di Lucumì, che fotocopia l'errore commesso con l'Atalanta: Tengstedt scippa e con tempismo perfetto serve Sarr, diagonale chirurgico e l'1-1 è realtà. Altro giro, altro svarione: pieno recupero, Serdar allunga di testa un pallone con poche pretese che le indecisioni della difesa rossoblù trasformano in boccone prelibato per un Tengstedt cinico nel battere Skorupski. Ribaltati in un batter d'occhio punteggio, gara, notte. Come in un brutto sogno.

Con ogni probabilità Italiano si fa sentire negli spogliatoi all'intervallo, come si evince dalla rabbiosa uscita dai blocchi del Bologna nella ripresa. Per poco però non ci scappa subito il tris veronese: contropiede e sinistro di Suslov che sibila di pochissimo a lato, tra gli scongiuri di Skorupski. E' a questo punto che la partita perde ogni contatto con la razionalità, entrando in un vortice privo di logica aperto ad ogni esito. Pobega si fa cacciare per una sciocca reazione alle astute provocazioni di Duda e per i rossoblù, sotto di un goal e di un uomo, i giochi sembrano chiudersi qui. Al contrario, la replica alle avversità è commovente. Seguono venti minuti buoni a tutto gas con tanto di pareggio autografato ancora dallo scatenato Dominguez, lesto a scaraventare in rete il pallone vagante dopo punizione di Odgaard stampata sul palo. Il Dall'Ara si fa trascinare verso un epilogo che potrebbe essere storico, in caso di contro-rimonta in inferiorità numerica. Trema davvero il Verona, aggrappato ad un pizzico di buona sorte e alle parate di Montipò (strepitoso su Dominguez ad un passo dalla clamorosa tripletta). Largo ai cambi, nella speranza che incidano: Zanetti stravolge l'attacco con gli innesti di Mosquera e Livramento, Italiano si affida al turbo di Ndoye contro il già ammonito Tchatchoua. Sviluppi apertissimi, sia il Bologna sia il Verona puntano al bottino pieno pur essendo consapevoli che uscire da una notte così pazza con un punto in tasca non sarebbe male. Col gong ormai dietro l'angolo, va in scena l'ultimo pasticcio. Castro sporca involontariamente ma irrimediabilmente la punizione di Duda e firma la condanna col pennarello indelebile. Dopo il rigore sbagliato a Torino, l'autogoal decisivo: no, non è proprio periodo per Santi. Sipario con lacrime: sue e di tutto il Bologna.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-2-3-1)

Skorupski 6; Holm 6 (89' De Silvestri s.v.), Beukema 5.5, Lucumì 4, Miranda 6; Freuler 6.5, Pobega 4; Odgaard 7 (89' Orsolini s.v.), Fabbian 6 (89' Dallinga s.v.), B.Dominguez 7.5 (80' Ndoye s.v.); Castro 5.  all.: Italiano 6

 

HELLAS VERONA (3-4-1-2)

Montipò 7; Dawidowicz 5 (59' Magnani 6), Coppola 6, Ghilardi 6; Tchatchoua 5.5, Serdar 7, Duda 6.5, Lazovic 5.5 (30' Bradaric 6); Suslov 6 (59' Belahyane 6); Sarr 6.5 (70' Mosquera 5.5), Tengstedt 7.5 (70' Livramento 6).  all.: Zanetti 6.5

 

BOLOGNA-HELLAS VERONA 2-3 (20' B.Dominguez, 38' Sarr, 45+1' Tengstedt; 58' B.Dominguez, 88' autogoal Castro)

 

Francesco Piggioli

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