20/APR/2025Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Troppo Bologna per essere vero! Una magia di Orsolini stende l'Inter

Dulcis in fundo.

Novantaquattresimo, ultimo minuto di recupero: è lì, dietro l'ultima curva, che si nasconde l'estasi rossoblù. La sforbiciata acrobatica di Orsolini è molto più del goal che riapre ufficialmente il campionato, con il Napoli ora appaiato all'Inter. E' la prodezza fatale per Simone Inzaghi, che tre anni fa qui ha già lasciato uno scudetto e si ritrova ancora alle prese con una fatal Bologna da gestire: siamo alla terza sconfitta nelle ultime quattro visite al Dall'Ara, maledizione che più conclamata non si può. E' soprattutto la magia che proietta i ragazzi di Italiano di nuovo al quarto posto, almeno per una notte e aspettando la Juve. Proprio i bianconeri saranno di scena da queste parti tra due settimane, in una notte che si annuncia quasi senza ritorno, per cuori fortissimi. Ecco, a proposito di cuore: il Bologna ce l'ha. Non batti l'Inter, se non ce l'hai. In particolare, non la batti così. Al termine di una partita spigolosa, scorbutica, spezzettata. Esteticamente non memorabile, magari. Ma attraverso un'esibizione di nervi saldi, conoscenze tattiche, valori morali. Serviva rimettersi in carreggiata? Il Bologna l'ha fatto, urlando al cielo la sua voglia di Europa.

Dimenticare Bergamo, riprendere il passo dei giorni migliori. Sono gli obiettivi rossoblù in questa insolita Pasqua di calcio: a modo suo, molto prosaicamente, anche Italiano cerca una resurrezione. Tra i sogni e la loro realizzazione, però, c'è il peggior ostacolo possibile e immaginabile. L'Inter capolista, lanciata verso le semifinali di Champions ma parallelamente affamata anche di bis tricolore con più di un pensierino ad un altro Triplete 15 anni dopo Mourinho. Sarebbe aperitivo di gala, sarebbe appuntamento da abito buono. Ma il Bologna è costretto ad arrangiarsi con quello che trova nell'armadio, senza alcun passaggio in sartoria. Tre titolarissimi fuori causa (Skorupski, Calabria, Ferguson) più due acciaccati a mezzo servizio: l'ex Odgaard stringe i denti e riprende possesso di quella trequarti lasciata orfana con l'Atalanta, Castro si accomoda invece in panchina (ancora Dallinga dal 1') ed evita almeno inizialmente l'incrocio con l'idolo conclamato Lautaro. Che al contrario, pur adeguandosi alle logiche del turnover post impegni europei, Inzaghi conferma nel cuore del suo attacco affiancandogli Correa e non il vecchio re del Dall'Ara, Marko Arnautovic. Ultimamente, fattore più che decisivo per la marcia trionfale nerazzurra in Serie A. Una sorpresa anche sulla sponda rossoblù, dove Dominguez viene preferito al capocannoniere Orsolini. Mossa evidentemente tattica, perché consente di stressare la retroguardia di Inzaghi reduce dalle fatiche di Champions con le serpentine ubriacanti del folletto argentino. Almeno nelle intenzioni. In realtà, in un primo tempo dominato comunque dall'equilibrio, il Bologna fa faville sul lato opposto, dove imperversa l'uragano Ndoye. Letteralmente imprendibile per tutta la frazione, con Bastoni e Carlos Augusto in difficoltà a codificare i suoi spunti in velocità. Dopo aver sfiorato il vantaggio con un tentativo in pallonetto di Lautaro in avvio, anche l'Inter ci tiene a mettere in bella mostra la sua virtù principale del periodo: la pericolosità sui calci da fermo. Proprio un'incornata poderosa di Carlos Augusto da corner con palla fuori di un soffio è biglietto da visita che semina qualche inquietudine da non sottovalutare. Eppure il primo tempo nerazzurro resta attorcigliato e privo di grandi sbocchi dalla metà campo in su, grazie in primo luogo alla ferrea schermatura imposta da Odgaard a Calhanoglu. Così, è il Bologna ad avere la chance migliore. Ovviamente, con Ndoye protagonista. Guizzo ai danni del malcapitato Acerbi e assist da favola per Dallinga che va a colpo sicuro trovando però la respinta decisiva di Pavard: il difensore francese esulta come se avesse segnato, con piena ragione. Inzaghi fiuta il pericolo e risulta immarcabile per il quarto uomo per quanto s'agita davanti alla panchina, l'Inter capisce l'antifona e spende anche un giallo pesante: lo becca Mkhitaryan, che era diffidato e salta la Roma. Per il Bologna, una bella risposta dopo le amnesie di Bergamo. Con Lucumì, in festa per la centesima presenza rossoblù, califfo della difesa.

Neppure la ripresa inizia con bagliori scintillanti. A prendersi la scena è il nervosismo, contagioso su entrambe le sponde: Italiano esce dall'area tecnica per andare a battibeccare con il vice di Inzaghi, Farris, e il sig.Colombo opta per una doppia espulsione. Di altri sussulti non se ne annoverano ed ecco che allora scocca l'ora delle panchine. Classiche uscite di scena in casa nerazzurra, dove gli ammoniti hanno notoriamente vita breve sul rettangolo verde: fuori sia Mkhitaryan sia Bastoni (anche lui in diffida e dunque squalificato contro Ranieri), in campo Frattesi e Dimarco con scalata di Carlos Augusto nel terzetto arretrato. Orsolini per Dominguez è invece il primo cambio del Bologna, Ndoye trasloca a sinistra. Dopo dieci minuti di nulla, altra girandola: Inzaghi richiama lo spettrale Correa, ma stupisce l'inserimento di Taremi con Arnautovic ancora appollaiato a bordo campo. Tra i rossoblù, la richiesta di accendere l'attacco viene recapitata a Cambiaghi e a Castro, sostituti di Ndoye e Dallinga. Ci si avvia verso uno 0-0 che pare scolpito su pietra, quando una mischia nell'area del Bologna illude l'Inter: Lautaro disturba l'uscita alta di Ravaglia, il pallone sfugge dalle mani del portiere e finisce sul palo, poi Miranda in tackle disperato respinge il tentativo di tap in di Taremi. Tutto fermo, il sig.Colombo segnala fallo del capitano nerazzurro sul portiere ma in caso di goal ci sarebbe stato da discutere e rivedere. Si arriva così, in un crescendo di pathos, al gran finale. Chi aveva deciso l'ultimo Bologna-Inter? Bisseck. Chi aveva firmato l'ultima vittoria rossoblù in un Bologna-Inter? Orsolini. Gli attori protagonisti sono confermati, con esito paradisiaco per Italiano. Ultimo giro di lancette, la rimessa laterale lunga di Miranda coglie di sorpresa e manda dietro la lavagna i difensori nerazzurri subentrati: Bisseck legge male la traiettoria e prolunga sul secondo palo, Dimarco concede ad Orsolini quel metro che al suo sinistro non bisogna mai lasciare. Rete che si gonfia, curva che esplode, Orso che si spoglia e prende il giallo più dolce della sua carriera. Siamo pur sempre a fort Dall'Ara: lasciate ogni speranza, voi ch'entrate. Anche se vi chiamate Inter.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-2-3-1)

Ravaglia 6; Holm 6.5, Beukema 6.5, Lucumì 7, Miranda 7.5; Freuler 6.5, Aebischer 6 (88' Moro s.v.); Ndoye 7 (77' Cambiaghi 6.5), Odgaard 6.5 (88' Fabbian s.v.), Dominguez 6 (69' Orsolini 8); Dallinga 6 (77' Castro 6).  all.: Italiano 8

 

INTER (3-5-2)

Sommer 6; Pavard 7, Acerbi 5.5, Bastoni 5 (65' Dimarco 5); Darmian 6.5 (88' Bisseck 5), Barella 5.5, Calhanoglu 5.5, Mkhitaryan 5 (65' Frattesi 5.5), Carlos Augusto 6; Correa 5 (69' Taremi 5), Lautaro 6 (88' Arnautovic s.v.).  all.: S.Inzaghi 5

 

BOLOGNA-INTER 1-0 (90+4' Orsolini)

 

Francesco Piggioli

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