18enne indiana chiede aiuto “Per evitare un’altra Saman”

“C’è un’altra Saman e va salvata, ma la burocrazia non può farsene carico”. La denuncia arriva da un’avvocata, Barbara Iannuccelli, che racconta la storia di una giovane indiana di 19 anni che assiste. Una storia fatta di maltrattamenti familiari per via di un matrimonio obbligato che lei non accetta.

La vicenda capita non lontano da qui, nel Modenese. Non essendoci un modo “ufficiale” per difendere la ragazza che ha avuto il coraggio di denunciare la famiglia dopo le minacce subite, ieri notte è stata la preside di una scuola del territorio a rendersi disponibile per darle un letto dove dormire.   Ma è evidente il motivo per cui la storia viene resa pubblica: c’è un vuoto da colmare nel sistema legislativo. 

“Un'altra Saman, ma la si cerca di salvare - dice Iannuccelli - ma la burocrazia non riesce a farsene carico”. Vogliamo un’altra vicenda che si concluda tragicamente come quella della povera 18enne pachistana, uccisa a Novellara (Reggio Emilia) nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021?

Si tratta chiaramente di una provocazione ma, secondo la legale, la giovane indiana starebbe vivendo un incubo simile e ha chiesto aiuto. "Ieri - racconta l'avvocata - ho ricevuto una richiesta da parte di questa ragazza. Era andata a scuola, ma una volta arrivata a casa i familiari le hanno sequestrato il cellulare. E' riuscita a comunicare con me grazie ai social, mi ha chiesto di vederci questa mattina. Padre, madre, zio e nonna la picchiano, la tengono segregata e le hanno preso i documenti perché rifiuta un matrimonio forzato, si è innamorata di un altro ragazzo".

Ieri la giovane ha sporto denuncia in un commissariato del Bolognese, dove ha amaramente scoperto che "non c'era nessuna possibilità di collocamento in protezione, se non metterla da sola in un bed and breakfast. Se volevo, avrei potuto dormire io con lei" dice l’avvocata. Dopo 5 ore è stata la preside di una scuola ad accoglierla “una cittadina privata che si prende cura di lei ma potrebbe mettere a repentaglio la sua incolumità perché la famiglia della giovane la sta cercando”.

L’avvocato Iannuccelli si sfoga: “Mi sarei aspettata che lo Stato rispondesse, dice, questo è un codice rosso, sono reati gravissimi. Invece dopo cinque ore di pianti, cinque ore di paura perché nel frattempo i familiari la vogliono riportare all'inferno, ci si schianta contro la realtà. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati".