9/DIC/2019Francesco PiggioliSport, L'Angolo del Piggio
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CALCIO - Bologna di burro, non basta l'orgoglio: al Dall'Ara vince il Milan

Troppi errori per coltivare sogni di impresa.

Sconfitta meritata per uno dei più brutti Bologna dell'anno. I ragazzi del rientrante Mihajlovic (solita ovazione bipartisan per lui) si aggrappano agli episodi per rimanere aggrappati alla partita: un autogoal di Hernandez, un rigore. Ma il divario messo in luce dalla notte del Dall'Ara è più ampio di quella sola rete di differenza. Un Milan autoritario e in crescita detta legge per un'ora, beneficiando inoltre della giornataccia (non è la prima!) della difesa rossoblù. La colpa di Romagnoli e compagni è di non chiudere a doppia mandata il match, di offrire sempre un appiglio all'orgoglio del Bologna. Vedi il primo tempo: Piatek e Theo Hernandez spianano la strada, l'autorete dello stesso ex Real Madrid rimette in carreggiata i padroni di casa. E vedi ripresa: Bonaventura firma il nuovo doppio vantaggio, ma Hernandez si traveste ancora da benefattore franando su Orsolini e regalando a Sansone il rigore della speranza. Alla fine il Diavolo riesce comunque a spuntarla. Ed è giusto così.

Nessuna sorpresa nell'undici rossoblù, Sinisa dà fiducia a Skov Olsen a destra e conferma Denswil terzino come a Napoli. Dzemaili è il vertice alto di una mediana completata da Poli e da Schouten, con quest'ultimo chiamato a rimpiazzare lo squalificato Medel. Consueto 4-3-3 per il grande ex Pioli, con Piatek terminale offensivo supportato da Suso e Calhanoglu. La chiave di volta è però rappresentata dalla posizione ibrida di Bonaventura, pendolo tra centrocampo e attacco. In effetti la strategia rossonera funziona, per mezz'ora abbondante il Bologna non riesce mai a leggere gli inserimenti di Jack tra le linee e il Milan colpisce. Poco prima del quarto d'ora Piatek è scaltro nel rubare il tempo a Bani all'ingresso dell'area e a sfruttare l'ingenuo tamponamento da parte dello stesso difensore rossoblù: penalty che ci sta. Dal dischetto il Pistolero spiazza il connazionale Skorupski, si conferma cecchino infallibile (terzo rigore trasformato in stagione) e rompe il lungo digiuno. Bologna in palese confusione: baricentro troppo basso, un Palacio insolitamente impreciso non riesce a far salire i compagni. Il Diavolo fiuta il momento propizio e scatta ancora: Suso si accentra e premia il taglio profondo e vincente di Theo Hernandez, dimenticato da Skov Olsen. Tocco vincente del terzino rossonero, che bissa la rete di Parma. Lo 0-2 profuma di sentenza senza appello. Al Bologna servirebbe il classico episodio per ribaltare l'inerzia e ritrovare autostima, cosa che puntualmente si verifica a pochi minuti dall'intervallo: deviazione maldestra di Hernandez su angolo di Sansone, Donnarumma è fuori causa. Con un pizzico di fortuna i rossoblù rientrano in partita dalla porta di servizio.

Mihajlovic approfitta della pausa per togliere l'acerbo Schouten (dentro Svanberg), ma l'approccio alla ripresa del Milan toglie il fiato a Danilo e compagni. Una rivedibile respinta corta di Tomiyasu arma il sinistro di Bonaventura, che dallo zerbino dell'area non lascia scampo a Skorupski. Dal fischio d'inizio è passato appena un minuto, il Bologna deve ripartire dal fondo del burrone. Sinisa non coglie cenni di reazione (a parte un tentativo di Poli respinto da Donnarumma) e decide di sbilanciare la truppa: fuori un centrocampista come Dzemaili e spazio al panzer Santander, con Palacio che arretra sulla trequarti. La presenza del Ropero là davanti è un piccolo toccasana per la salute precaria dei rossoblù, che non essendo in vena di ricami si appoggiano alle sponde del centravanti paraguaiano per guadagnare metri. Pioli cerca di inserire il pilota automatico buttando dentro due palleggiatori come Biglia e Paquetà, ma al Milan manca ancora la malizia da grande squadra. Ed ecco che il Bologna torna a fare capolino nel match con il rigore conquistato dal neo-entrato Orsolini e realizzato con precisione da Sansone. Al triplice fischio mancano cinque minuti più recupero, tuttavia i rossoblù non hanno né la forza né tantomeno le idee per imbastire un assedio finale degno di tal nome. E' anzi il Milan a sfiorare il quarto goal in contropiede con il solito Theo Hernandez, uomo copertina della serata nel bene e nel male. Sinisa abbandona il campo sconsolato: dopo il colpaccio di Napoli, dal suo Bologna si aspettava di più. La continuità resta una chimera.

 

Di seguito, le pagelle della gara.

BOLOGNA (4-2-3-1)

Skorupski 6: raccoglie tre palloni in fondo al sacco, con vivi ringraziamenti alla banda del buco che dovrebbe proteggerlo. Serata da impotente. VESSATO

Tomiyasu 4.5: va in bambola fin da subito, sempre in ritardo su Theo Hernandez. Non ne indovina una che sia una. Di gran lunga la sua peggior prestazione, ad oggi. MOSCIO

Bani 5: casca nel tranello di Piatek e causa il rigore del vantaggio rossonero. Soffre la fisicità dell'ariete polacco per tutta la partita, non riesce a rivoluzionare il copione. GROSSOLANO

Danilo 5.5: coinvolto nella serata da dimenticare del reparto, lascia per strada smalto e piglio da leader. Si fa trascinare nel gorgo della precarietà. SBIADITO

Denswil 5.5: evita i disastri dei colleghi, è sul luogo del delitto quando Theo Hernandez devia nella propria porta l'1-2. Piccoli meriti all'interno di una partita comunque deficitaria sul piano della tenuta complessiva. CAGIONEVOLE

Poli 6: ex di turno, prende per mano il semi-esordiente vicino di banco e trova anche il modo di impensierire Donnarumma. Non ruba l'occhio, ma si salva. COLLAUDATO

Schouten 5: al primo esame della sua carriera, si scioglie come neve al sole di fronte alla commissione. Regia poco armoniosa e molto impacciata. Bocciato già all'intervallo. NOVELLINO

(dal 46' Svanberg 5.5: aggiunge qualcosa alla manovra rispetto al predecessore, ma sparacchia fuori due tiri da posizione invitante. Le doti ci sono, manca la concretezza. CERVELLOTICO)

Skov Olsen 5: crea pochi problemi a Theo Hernandez, che al contrario lo beffa in occasione del momentaneo 0-2. Sensazione: giocatore ancora troppo istintivo. Da titolare finora non ha convinto. SELVAGGIO

(dal 78' Orsolini 6: un bel cross e un rigore procurato: risponde al sorpasso di Skov Olsen con un quarto d'ora vivace. Lascia una traccia sul match. ARGUTO)

Dzemaili 5: dovrebbe essere il Bonaventura del Bologna, ma il pallone ce l'hanno sempre gli altri: gli mancano creatività e passo per incidere, con la squadra tutta rintanata dietro. Partita storta. TORBIDO

(dal 64' Santander 6.5: come spesso accade, dà una scossa al match. Usa il fisico, lavora palloni per i compagni, aiuta a nascondere le difficoltà in fase di costruzione. Insomma, lo spirito è quello giusto. CHIASSOSO)

Sansone 6.5: il migliore dei suoi, anche senza rigore a bilancio. Tiene basso Conti e un paio di volte lo salta. La parentesi buia sembra davvero alle spalle. RAMPANTE

Palacio 5.5: beneficia dell'ingresso di Santander dopo un'ora assolutamente da dimenticare, ma il flop resta. Insolitamente marginale. TENEBROSO

all.Mihajlovic 5.5: gioco col contagocce più solite amnesie difensive: un bel passo indietro rispetto a Napoli. Non è contento, si vede lontano un miglio. CUPO

 

MILAN (4-3-3)

G.Donnarumma 6; Conti 5.5, Musacchio 6.5, Romagnoli 6, Theo Hernandez 6.5; Kessie 7, Bennacer 6 (70' Biglia 5.5), Bonaventura 7 (78' Paquetà 5); Suso 7, Piatek 6.5, Calhanoglu 6 (85' Castillejo s.v.). All.: Pioli 6.5

 

BOLOGNA-MILAN 2-3 (15' Piatek rig., 32' Theo Hernandez, 40' Theo Hernandez autogoal; 46' Bonaventura, 84' Sansone rig.)

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