Rifugiati politici del Tigrai accolti a Bologna. Rizzo Nervo: “Per noi è un arricchimento”

Sono arrivati oggi a Bologna 13 rifugiati politici eritrei provenienti da un campo profughi nel Tigrai, l'area teatro di un conflitto sanguinoso che in due anni ha mietuto quasi 800.000 vittime e 2,5 milioni di sfollati. Un territorio peraltro vicino al Sudan, dove da giorni si combatte una guerra di potere tra l'esercito ordinario e gruppi paramilitari per il controllo del Paese. I rifugiati eritrei sono arrivati sotto le Due torri in aereo, attraverso un corridoio umanitario attivato dalla Comunità di Sant'Egidio. Sono dunque sbarcati "in sicurezza. Senza tragedie del mare. Senza le giustificazioni ipocrite del giorno dopo. Dimostrando che sarebbe possibile, se in questo Paese le migrazioni regolari non fossero cinicamente limitate e fatte diventare eccezione".

A parlare in questi termini è Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare del Comune, che questo pomeriggio era presente alla festa di benvenuto organizzata dalla parrocchia che ha accolto i rifugiati, in zona San Donato. Non come le "lacrime disperate di parenti che seppelliscono figli diciassettenni inghiottiti dal mare (d'indifferenza e cinismo) che abbiamo abbracciato solo poche settimane fa", incalza l'assessore. I

profughi eritrei sono invece "fra le braccia della nostra città - afferma Rizzo Nervo - che proverà a renderli cittadini sin dal primo giorno, provando ad essere comunità ospitale in cui l'immigrazione, nell'incontro con queste storie, con questi occhi, con questi vissuti, smette di essere polemica sterile da talk show e diventa esperienza comunitaria generativa e trasformativa. Chi dice che non è possibile, che è buonismo, non si è mai dato la possibilità di conoscere la bellezza dell'incontro con queste vite. Io oggi, una volta di più, mi son concesso questo lusso", chiosa l'assessore.