8/GEN/2019Stefano ZaneriniTempo Libero, Tra le dita
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TRA LE DITA - Sabato 12 gennaio alle 18 alla libreria Trame per Paesaggi di poesia 2019: La nuova stagione - Italo Testa in reading da "L'indifferenza naturale" (Marcos Y Marcos). Introduce Luciano Mazziotta

Per la rassegna ideata da Sergio Rotino che ci accompagna da anni nel mondo della poesia italiana e non solo, il 2019 si apre con il reading di Italo Testa dal suo "L'indifferenza naturale" edito da Marcos Y Marcos.

Non una vera e propria presentazione, quindi, ma la possibilità data a chi interverrà di sentire la viva voce di uno fra i migliori autori della scena contemporanea italiana, così da apprezzarne ritmi e motivazioni.

Così Paesaggi di poesia, pur mantenendosi fedele alla formula di presentare alcuni fra gli autori più interessanti attivi in Italia, senza vincoli di età o di scuole, e provenienti per la stragrande maggioranza da fuori Bologna, sperimenta altre strade per tenere in contatto pubblico e scrittura poetica. Il cartellone della rassegna resta comunque sempre attento a quanto propone la scrittura poetica in Italia, anche nelle vesti della traduzione o dell'antologia.

Nell'incontro reading per il suo L'indifferenza naturale, Italo Testa ci propone un paesaggio aperto, luminosamente prossimo e distante, dove la vita, pur presente, è "ignota" anche se "fermenta dai fossi". È una visione della vita vista come sul filo del rasoio, fra costruzione di una evoluzione e desolato abbandono nel paesaggio. Se questo è il filo rosso della raccolta, chiara risulta l'assenza di idillio nelle composizioni, che però parlano di luce, irradiano luce sia essa riflesso dell'acqua o della neve, sia che si riferisca all'albero del paradiso, l'ailanto, o alle terre di barena, tipiche dei delta fluviali.

Ecco dove la natura vive indifferente al turbamento che coglie l'uomo, alle sue tragedie come alle sue gioie.

Lo sguardo umano, dice Testa, si muove a tentoni nel paesaggio naturale perché non gli si prestano appigli, lo ammira e ne resta annichilito trovandosi non più centro dell'azione. Eppure l'uomo instancabilmente vi guarda dentro, cerca di comprendere o, più che comprendere, emulare per essere vicino "A questo splendore muto/che m'allontana/a questo terrore/che mi richiama" come scrive a un certo punto Italo Testa.

Il grande fondale naturale diventa quindi il simbolico punto mediano fra il desiderio di felicità che tutti inseguiamo e la sua imprendibilità leopardiana, un continuo gioco di avvicinamento e lontananze abissali che attraversa le nostre esistenze dalle prime luci dell'alba al buio denso della notte.

Italo Testa è poeta, saggista e traduttore. Ha pubblicato la silloge "Luce d'ailanto" (Decimo quaderno di poesia italiana, Marcos y Marcos, 2010), l'e-book "Non ero io" (gammm.org, 2010), il concept "Canti ostili" (Lietocolle, 2007), la raccolta "Biometrie" (Manni, 2005) e il poemetto "Gli aspri inganni" (Lietocolle, 2004).

Sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo e tedesco.

Autore di saggi sul pensiero contemporaneo, è co-direttore della rivista di poesia, arti e scritture «L'Ulisse».

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