24/SET/2023Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Bunker Bologna e buon punto, il Napoli non passa al Dall'Ara

A piccoli passi, ma si va.

Il Bologna impone lo stop al Napoli scudettato e allunga la striscia positiva in campionato. Il secondo 0-0 di fila dopo Verona aggiunge un punto pregiato alla classifica rossoblù, all'insegna della continuità. Manca lo scatto, manca il sussulto in grado di accendere la stagione, mancano soprattutto i goal: tutti concetti su cui Thiago Motta lavorerà sodo da domattina a Casteldebole, già con vista sul turno infrasettimanale di giovedì prossimo a Monza. C'è tanto da fare e altrettanto da migliorare, ma il bilancio parziale parla di sei punti messi insieme in cinque partite: e tre dei cinque avversari si chiamavano Milan, Juventus e Napoli. Le fondamenta sembrano stabili, se non altro. Frena ancora invece la banda di Garcia, ormai lontanissima parente della corazzata portata al trionfo tricolore da Spalletti: zero vittorie nelle ultime tre, nervosismo crescente, corona già a dir poco precaria a fine settembre come suggerisce il -7 dall'Inter. E prime ruggini che affiorano in superficie: dopo la frizione con Kvaratskhelia a Genova, al Dall'Ara Garcia si becca con Osimhen, sostituito nel finale dopo il rigore gettato alle ortiche. Una singolare par condicio che non promette nulla di nuovo in casa azzurra: nuvoloni neri sul Vesuvio.

E' pomeriggio di gala al Dall'Ara, che sfoggia l'abito buono (sold out ad un passo) per ospitare i campioni d'Italia. Tutt'altro che indimenticabile la partenza della truppa di Rudi Garcia, ecco che allora Thiago Motta vuole provare ad infilarsi tra le crepe apparse sul muro azzurro. Alla luce del passo imposto dall'Inter capolista a punteggio pieno, per il Napoli i tre punti in palio a Bologna hanno già il sapore dell'imprescindibilità: con un altro flop, dopo il solo punto raccolto tra Lazio e Genoa nelle ultime due gare, lo scudetto inizierebbe a scucirsi dal petto di Lobotka e compagni. Con possibili ripercussioni anche sulla panchina di Garcia, non proprio saldissima. Osimhen e Kvaratskhelia guidano la riscossa, con l'obiettivo di interrompere i rispettivi digiuni realizzativi: se le tre partite ufficiali senza goal del nigeriano rappresentano comunque una notizia viste le medie abituali, a spiccare sono soprattutto i sei mesi di astinenza del folletto georgiano a secco addirittura da metà marzo. Completa il tridente Raspadori, bolognese di provincia (è nato a Bentivoglio). Occhi puntati sulla coppia di difensori centrali, assolutamente inedita a causa delle defezioni di Rrahmani e Juan Jesus: al fianco di Ostigard, debutto in Serie A per Natan. Ai baldanzosi piani partenopei il Bologna oppone le solite armi e in particolare lo stesso undici di Verona, con l'unica eccezione di Posch al posto di De Silvestri. Freuler spalleggia ancora Aebischer, Ndoye e Karlsson vengono di nuovo preferiti ad Orsolini a supporto di Zirkzee che un anno fa di questi tempi proprio al Napoli segnò il suo primo goal italiano. E' caccia al bis: ne avrebbero un gran bisogno i rossoblù, fin qui piuttosto deficitari in zona goal (appena tre in quattro match). Prima convocazione per Saelemaekers, finalmente a disposizione dopo gli intoppi fisici delle scorse settimane; una carta pesante da calare in corso d'opera, nei piani di Thiago Motta. Strategie però subito condizionate dall'infortunio muscolare di Posch, che impone un cambio già al 10': il guardiano di Kvaratskhelia diventa De Silvestri. Il Bologna deve accettare il netto predominio napoletano nel quarto d'ora iniziale, da cui sgorga un'occasione d'oro per Osimhen innescato da geniale verticalizzazione di Raspadori: azione codificata e chiusa dalla stangata del bomber azzurro sul palo, grazie anche alla leggerissima ma provvidenziale deviazione di Skorupski con la punta delle dita. Meret trascorre un primo tempo da vero e proprio disoccupato, ma quantomeno col passare dei minuti i rossoblù riescono a prendere le misure e a frenare l'esuberanza del Napoli. Bologna più da clava che da fioretto: possesso palla quasi abbandonato e zero tiri in porta, Thiago ordina attenzione più densità concedendo giusto un sinistro alto a Raspadori.

Con Ndoye, Karlsson e Zirkzee in tuta blu da operai è difficile spremere qualcosa in più di una onesta fase difensiva. Almeno nelle intenzioni, l'approccio alla ripresa dei rossoblù sembra più intraprendente. Più da Bologna di Thiago Motta, dopo un tempo di interdizione e studio. Garcia sceglie invece di prevenire: fuori all'intervallo l'ammonito Olivera, rilevato da Mario Rui. A penalizzare il Bologna sono però i tanti, troppi errori tecnici in costruzione. La manovra non riesce a trovare fluidità, il Napoli non deve dannarsi l'anima per resistere. E il fatturato offensivo continua a premiare ai punti gli azzurri, protagonisti con la (ex?) premiata ditta Kvara-Osimhen: Skorupski c'è. Inconveniente per i rossoblù poco oltre l'ora di gioco: un Lucumì fino a quel momento perfetto alza bandiera bianca (problema muscolare), dentro Calafiori da centrale. Thiago Motta sfrutta lo stesso slot per dare una rinfrescata alle fasce con l'esordio di Saelemaekers; esce Ndoye. Cambio anche per Garcia, con l'attesa staffetta tra un più che positivo Raspadori e Politano. Potenziale svolta di lì a poco. Da un guizzo di Kvaratskhelia a sinistra nasce un rimpallo del tutto fortuito in area piccola, con protagonista proprio il neoentrato Calafiori: il centrale rossoblù intercetta in caduta, la palla rimbalza sul braccio largo. Il sig.Ayroldi ci pensa un attimo su e poi indica il dischetto. Visto e rivisto: rigorino. Dagli undici metri va Osimhen, spinto dalla curva San Luca tutta partenopea: esecuzione horror, pallone fuori e momentaccio che non accenna a finire per le superstar di Garcia. La gara di Kvaratskhelia ha i minuti contati: a un quarto d'ora dal gong lo sostituisce Elmas, ma il georgiano si astiene da ogni siparietto polemico simil Genova. El Azzouzi e Orsolini sono invece le ultime mosse di Motta, che richiama Freuler e Karlsson. Minuto ottantasei, Garcia si prende la scena giocandosi la carta Simeone e soprattutto levando il solitamente intoccabile Osimhen che non la prende bene (eufemismo). Scelta pesante, dal retrogusto rivoluzionario. I fischi che accompagnano la sostituzione non sono solo bolognesi, ecco. Il Bologna alza i giri del motore a ridosso del triplice fischio, sognando il colpaccio lussurioso dopo lunga manovalanza. L'equilibrio tuttavia non si spezza, lo 0-0 si mantiene intatto. E i problemi più grossi restano sulle spalle di Garcia.

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-2-3-1)

Skorupski 6.5; Posch s.v. (10' De Silvestri 6.5), Beukema 6, Lucumì 6.5 (66' Calafiori 5.5), Kristiansen 6.5; Aebischer 6, Freuler 6.5 (82' El Azzouzi s.v.); Ndoye 6 (66' Saelemaekers 6), Ferguson 6, Karlsson 5.5 (82' Orsolini s.v.); Zirkzee 6.  all.: Thiago Motta 6

 

NAPOLI (4-3-3)

Meret 6; Di Lorenzo 5.5, Ostigard 6.5, Natan 6.5, Olivera 6 (46' Mario Rui 5.5); Anguissa 7, Lobotka 5 (86' Cajuste s.v.), Zielinski 5.5; Raspadori 6.5 (67' Politano 5.5), Osimhen 4.5 (86' Simeone s.v.), Kvaratskhelia 6 (76' Elmas 5.5).  all.: Garcia 5.5

 

BOLOGNA-NAPOLI 0-0

 

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