31/OTT/2023Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Coppa Italia, il Bologna si fa un regalo: 2-0 al Verona e ora c'è l'Inter

Sbrigata la pratica, si tenterà l'impresa.

Il Bologna liquida il Verona ai sedicesimi di Coppa Italia e stacca il pass per gli ottavi, dove affronterà l'Inter di Simone Inzaghi. Basta e avanza un goal per tempo a Thiago Motta: al vantaggio di Moro segue il raddoppio di Van Hooijdonk, al settimo cielo per il suo primo centro in rossoblù. Buone le risposte ottenute alla distanza dalle seconde linee, con qualche isolata eccezione (vedi un Karlsson ancora sottotono) e dopo un primo tempo infarcito di errori solo in parte nascosti dal risultato favorevole. Fatali al Verona i dieci minuti successivi all'ora di gioco, quando tra bis rabbioso di Van Hooijdonk e rosso diretto a Serdar i piani di rimonta di Baroni sono finiti in frantumi. Dopo aver brindato al passaggio del turno le frequenze si sintonizzano comunque subito sulla Serie A, visto che nell'anticipo di venerdì al Dall'Ara arriva la Lazio per uno scontro diretto che profuma di Europa. Vietato distrarsi, proibito fermarsi: Thiago lo sa, eccome.

Una piccola parentesi nel bel mezzo della fin qui avvincente cavalcata in campionato. Il turno di Coppa Italia mette in palio l'accesso agli ottavi e dunque la vetrina scintillante di San Siro, dove l'Inter detentrice del trofeo aspetta la vincente tra Bologna e Verona. Se gli scaligeri cercano un cambio di marcia in coda ad un periodaccio culminato con la sconfitta al fotofinish di sabato scorso allo Stadium (appena due pareggi e ben sei k.o. nelle ultime otto gare), per i rossoblù la coppa nazionale può rappresentare una scorciatoia intrigante sulla strada della gloria, troppo spesso snobbata negli ultimi lustri. Come prassi vuole, l'impegno infrasettimanale implica ampie rotazioni sia per Thiago Motta sia per Baroni. E' la notte dei figli d'arte, perni dei rispettivi attacchi: da una parte Sydney Van Hooijdonk, che fa rifiatare il titolarissimo Zirkzee; dall'altra, la mossa romantica in casa Hellas si chiama Juan Manuel Cruz, figlio di quel Jardinero che proprio a Bologna scrisse pagine rilevanti una ventina di anni fa in coppia con Beppe Signori. Nel solito 4-2-3-1 di Motta trova una chance importante Fabbian: per lui, prima volta dall'inizio sulla trequarti. Scongelato per l'occasione anche Karlsson, reduce da una sfilza di panchine consecutive e chiamato pertanto a battere un colpo per scalare qualche posizione nelle gerarchie. Novità persino tra i pali, dove debutta in stagione il vice Ravaglia. Riposano inizialmente alcuni totem come Freuler, Ferguson e Orsolini oltre al già citato Zirkzee. Ricorre al turnover anche Baroni, che lancia dal 1' Tchatchoua a destra e Mboula come seconda punta nel suo 3-5-2 molto dinamico. Le battute iniziali sembrano proprio premiare i gialloblù, pericolosi in due occasioni con capitan Lazovic: puntuale, doppia risposta di Ravaglia. A ravvivare un primo tempo tutt'altro che indimenticabile a livello tecnico provvedono -come di consueto in questi casi- gli errori. Il primo scarabocchio è di colore rossoblù, per poco Thiago Motta non paga un prezzo carissimo. Disimpegno arretrato e centrale da mani nei capelli di Kristiansen, Cruz si fionda sulla traiettoria e dopo aver saltato Ravaglia calcia sul palo a porta spalancata. Piccolo plauso all'istinto del Jardinerito, ma i rimpianti abbondano in casa Verona: rete divorata. E il sospiro di sollievo del Bologna si allarga subito in un sorriso convinto. Non si scappa dalle leggi non scritte del calcio: goal sbagliato, goal subito. Direttamente su rimessa laterale, Coppola respinge di testa verso le zolle centrali dell'area: peccato capitale. Irrompe così Moro e il suo destro chirurgico non dà scampo a Perilli; palla sotto la traversa per il boato della curva Bulgarelli. Il Bologna cancella con questo colpo di spugna deciso un primo tempo abbastanza complicato sul piano dello sviluppo della manovra. Ndoye e Karlsson stentano ad accendersi, Fabbian si sbatte ma viaggia a corrente alternata, Van Hooijdonk non tiene un pallone che sia uno.

Difficoltà offuscate dal vantaggio, ma pronte a ripresentarsi dopo l'intervallo. Ai posti di comando mancano terribilmente coloro che oggi come oggi sono intoccabili, su tutti Ferguson e Zirkzee. Il Bologna non riesce a trovare fluidità né ritmo, ne approfitta allora il Verona per rimanere aggrappato alla partita. Sale però di tono Ndoye, che mette alle corde il già ammonito Amione; alla bruciante velocità dell'esterno svizzero è affidato quasi in esclusiva il contropiede, sfruttando proprio una di queste situazioni i rossoblù riescono a mettere in ghiaccio la qualificazione. Taglio profondo e sinistro potente da parte di Ndoye, la respinta imperfetta di Perilli non è risolutiva e Van Hooijdonk insacca il suo primo goal in Italia con un tap-in da animale d'area di rigore, ribaltando così una serata fino a quel momento avara di soddisfazioni. Bologna ora in controllo, Thiago Motta coglie l'attimo per pescare dal mazzo Freuler e Urbanski; escono di scena Aebischer e il deludente Karlsson. Il tentativo dal limite di Hongla rappresenta lo squillo dell'orgoglio del Verona e consente a Ravaglia di mettersi in mostra con un tuffo in bello stile. Segue piccola collezione di corner da parte degli scaligeri, ma la pressione sulla difesa rossoblù si conferma debole e velleitaria. A scrivere la parola “fine” sulla contesa è l'espulsione di Serdar, che a metà ripresa stende Fabbian lanciato a tutto gas verso la porta di Perilli. Rosso sacrosanto per fallo da ultimo uomo, a Baroni saltano tutte le strategie: inutili a quel punto gli innesti di Saponara e Ngonge per rimpolpare l'attacco, al gong mancano più di venti minuti che per il Verona rischiano di trasformarsi in autentica agonia. Sotto di due reti con l'aggravante dell'inferiorità numerica, le speranze gialloblù di fatto si azzerano. E inizia il tiro al bersaglio del Bologna, con Fabbian in evidenza: il gioiellino scuola Inter avrebbe una gran voglia di autografare il tabellino, ma il suo desiderio non viene esaudito. I due allenatori iniziano a gestire le energie col pensiero rivolto ormai al campionato. Se Baroni toglie due tra i migliori in campo della sua squadra (Magnani e Lazovic), Thiago Motta ruota i pochi difensori a disposizione: fuori Posch e Calafiori, dentro Corazza e Lykogiannis. Con De Silvestri, Beukema e Lucumì indisponibili, meglio non correre alcun rischio. L'impatto infelice di Van Hooijdonk sull'ennesimo assist scodellato in area da Ndoye (autore di un ottimo secondo tempo) evita ulteriori umiliazioni al Verona e fa calare il sipario sul match. Il prossimo step si chiama San Siro, il prossimo ostacolo sarà l'Inter. Tutta un'altra musica, certo. Ma al dentro o fuori di coppa il Bologna ha risposto presente, portando a casa l'obiettivo. Ora, largo ai sogni.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-2-3-1)

Ravaglia 6.5; Posch 6 (76' Corazza s.v.), Bonifazi 6.5, Calafiori 6.5 (76' Lykogiannis s.v.), Kristiansen 5.5; Aebischer 6 (64' Freuler 6), Moro 7; Ndoye 7, Fabbian 6.5, Karlsson 5 (64' Urbanski 6); Van Hooijdonk 6.5.  all.: Thiago Motta 6.5

 

HELLAS VERONA (3-5-2)

Perilli 5.5; Coppola 5, Magnani 6.5 (80' Charlys s.v.), Amione 5; Tchatchoua 6, Hongla 6.5, Suslov 5.5 (67' Saponara 5.5), Serdar 4.5, Lazovic 6 (80' Doig s.v.); Cruz 5 (67' Ngonge 5.5), Mboula 5.5 (89' Henry s.v.).  all.: Baroni 5.5

 

BOLOGNA-HELLAS VERONA 2-0 (41' Moro; 62' Van Hooijdonk)

 

Francesco Piggioli

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