6/GEN/2024Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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De Silvestri salva il Bologna al fotofinish: è 1-1 col Genoa

Zampata benedetta di Lollo e beffa evitata.

Il Bologna se la vede davvero brutta nella classica notte maledetta e trova il guizzo del pareggio quando ha ormai perso ogni speranza. Provvidenziale lo sgarbo di De Silvestri al carissimo Gilardino: i due furono compagni per un triennio alla Fiorentina e si salutano calorosamente nel pre partita, del resto Gila mica si aspetta che proprio il vecchio amico di tante battaglie abbia in serbo il fatal dispetto sull'ultima curva. E invece il pretoriano di Thiago Motta, in campo da pochi minuti, corregge in rete l'assist di Saelemaekers cancellando in un colpo solo il vantaggio di Gudmundsson più l'ombra della seconda sconfitta di fila. Il Dall'Ara si conferma inespugnabile: nessun ospite fin qui ha centrato il bottino pieno, tolto il Milan ad agosto. E perdere la lunga imbattibilità interna in una serata da ventuno tiri a tre, da undici corner a due, da 70% di possesso palla sarebbe stata punizione francamente eccessiva. E' un punto pesante, che regala al Bologna la certezza aritmetica di chiudere il girone d'andata in piena zona Europa League, con la Champions a portata di mano. Vi pare poco?

Chi vuole voltare pagina, chi cerca la continuità. Sono le opposte intenzioni di Bologna e Genoa, di fronte nel bivio del Dall'Ara. I rossoblù padroni di casa hanno l'obbligo di archiviare in fretta la disfatta di Udine mentre il Grifone lucida i tre risultati utili di fila: aver fermato Inter e Juve in rapida successione è biglietto da visita di tutto rispetto, in mezzo ecco quel blitz emiliano al Mapei che si sogna di bissare per aggiungere bulloni ad una classifica tranquilla su cui aleggia però lo spettro di una possibile penalizzazione causa ritardo nel versamento delle ritenute Irpef. Bando ai tecnicismi: sguardo alle due panchine ad alto rischio lacrimuccia bipartisan, visto che Thiago Motta e Alberto Gilardino sono entrambi indimenticati ex di turno. Prima volta da avversario del suo vecchio Genoa da tecnico del Bologna per Thiago, debutto assoluto da allenatore in quel Dall'Ara che fu suo nel 2012/2013 per il violinista di Biella. Non c'è Ferguson (squalificato) e per il Bologna il grattacapo si annuncia serio, anche se l'assenza offre una ghiotta vetrina al supplente naturale Fabbian. Thiago Motta mescola le carte un po' in tutti i reparti, alla ricerca di nuovi equilibri dopo il crollo in Friuli: si rivedono dal 1' Lucumì, Lykogiannis e soprattutto Orsolini. Conferma a sorpresa per Urbanski a sinistra, rifiata inizialmente lo stakanovista Saelemaekers. Turnover anche tra i pali, dove Ravaglia vince il ballottaggio con Skorupski all'alba di una settimana fitta di impegni; tra Fiorentina nei quarti di Coppa Italia martedì e successiva trasferta a Cagliari, le rotazioni non mancheranno. Nel Genoa ancora spazio dal 1' a Ekuban al fianco di un Gudmundsson deciso a guardare dritto negli occhi la rivelazione Zirkzee: sette goal e due assist a testa, sfida più che mai accesa. Retegui parte dalla panchina. Per il resto Gilardino dà fiducia a Dragusin al netto delle sirene di mercato che lo vogliono in partenza (premono Napoli e Tottenham), anche perché un virus influenzale toglie dalla contesa sia De Winter sia l'ex Bani. Con mezza difesa titolare out, Vasquez arretra e libera il posto in corsia a Messias, chiamato ad una prova di sacrificio. Il Bologna viene da sei vittorie consecutive tra le mura amiche e conta sull'effetto domestico per mettere subito le cose in chiaro. La tanto bella quanto classica azione personale di Orsolini dopo pochi minuti costringe Martinez ad inaugurare la serie di paratone e illude la platea: sinistro sporcato in angolo, il Bologna ringhia. Ma il Genoa risponde a tono, sfoderando la consueta organizzazione difensiva. Gilardino incolla Dragusin a Zirkzee e intasa le linee di passaggio nella propria metà campo, accettando di abbassare il baricentro; con Ekuban e soprattutto Gudmundsson pronti a scatenarsi in contropiede, il Bologna mica può dormire sonni tranquilli. Specie se gli episodi girano a sfavore. Minuto 20, punizione dalla trequarti sinistra: proprio Gudmundsson disegna una traiettoria beffarda che -complice la mancata deviazione di Zirkzee- inganna Ravaglia e manda avanti il Genoa. Sviluppo perfetto per le strategie del Grifone, sempre più arroccato a difesa di Martinez e bravo ad approfittare della scarsa ispirazione rossoblù in costruzione. Moro e Fabbian girano a vuoto, Urbanski si conferma troppo tenero per incidere in un contesto del genere, Orsolini si eclissa dopo l'avvio promettente e Zirkzee riesce a sfuggire alla morsa di Dragusin solo una volta. Destro debole su imbeccata di Fabbian e comoda gestione per Martinez. Foschi presagi all'intervallo.

Kristiansen, Aebischer, Saelemaekers: a Thiago Motta bastano dieci minuti di ripresa per capire che occorre cambiare in tutti i reparti, perché l'orchestra non suona a dovere. La tripla novità scuote un minimo i rossoblù, incitati da un pubblico bramoso di rimonta. Non che la manovra ora incanti, però il Bologna alza la pressione dalle parti di Martinez e finisce per rischiare pochissimo dietro. Anche perché l'impatto del temuto subentrante Retegui sulla partita è da dimenticare: il centravanti della Nazionale si rivela distante anni luce dalla miglior condizione e non tiene un pallone che sia uno, mandando su tutte le furie un antico maestro della disciplina come Gilardino. Aebischer dà il via all'assalto finale provandoci dal limite, ma Martinez c'è. A far capitolare il Genoa sarebbe allora la capocciata vincente del migliore in campo tra i rossoblù di casa, ovvero Riccardo Calafiori, pescato alla perfezione dal cross di Saelemaekers sul secondo palo: esultanza strozzata in gola dal fuorigioco segnalato dal guardalinee e confermato dal VAR. Il Dall'Ara mormora e borbotta, pare che non sia decisamente serata. E quando Martinez sforna un autentico miracolo in risposta alla cannonata da fuori dello stesso, indomito Calafiori destinata sotto l'incrocio dei pali tira davvero aria di resa. C'è poco da fare: non gira bene. Il portiere spagnolo chiude la collezione di capolavori con l'ottimo riflesso sul tentativo di Zirkzee (poi ammonito, era in diffida e salterà Cagliari). Ma proprio quando Gilardino si gode la tenuta della sua trincea e pregusta tre punti di platino ecco che De Silvestri col suo secondo sigillo stagionale tira su di forza il Bologna dal pantano di una gara stregata. Saelemaekers recapita in area l'ultima speranza, il piattone di Lollo in mischia fa saltare la cassaforte genoana e libera l'esultanza del popolo rossoblù. Gudmundsson non ci sta, sull'ultimo pallone disponibile prende la mira da fermo e per poco non concede il bis: a salvare Ravaglia è la traversa. Arriva un pareggio, sembra una vittoria. Giusto così.

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-2-3-1)

Ravaglia 5.5; Posch 5 (87' De Silvestri 7), Lucumì 6.5, Calafiori 7, Lykogiannis 5.5 (54' Kristiansen 5.5); Freuler 6, Moro 5 (54' Aebischer 6); Orsolini 5.5, Fabbian 6, Urbanski 5 (54' Saelemaekers 6.5); Zirkzee 6.  all.: Thiago Motta 6

 

GENOA (3-5-2)

Martinez 7.5; Vogliacco 6, Dragusin 6.5, Vasquez 6 (84' Matturro s.v.); Sabelli 6.5, Malinovskyi 5.5, Badelj 6, Frendrup 6.5, Messias 6.5 (77' Haps 5); Ekuban 6 (69' Retegui 5), Gudmundsson 7.  all.: Gilardino 6.5

 

BOLOGNA-GENOA 1-1 (20' Gudmundsson; 90+5' De Silvestri)

 

Francesco Piggioli

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