Sotto l’Orologio di piazza Maggiore piazzetta Giorgio Guazzaloca

Ricorre oggi l’anniversario della scomparsa dell’ex sindaco Giorgio Guazzaloca. Nel sesto anniversario della morte del solo sindaco civico riuscito a salire da primo cittadino i gradini di Palazzo d’Accursio, la proposta del sindaco attuale Matteo Lepore di intitolare a “Guazza” la piazzetta dell’Orologio, primo tratto tra via IV Novembre e via D’Azeglio.

La commissione toponomastica della città ha dato l’ok alla proposta che ora verrà valutata dal quartiere Porto-Saragozza. L’iter, se andrà avanti, verrà poi discusso e licenziato da Giunta e Consiglio comunale.  La proposta, come ha spiegato il sindaco Lepore, scaturisce dall’esigenza di ricordare “un

protagonista unico della nostra città, città che ha amato come dimostrano le sue scelte.  Vinse le elezioni perché seppe cogliere un momento, entrare in sintonia con le persone ed anche se allora fummo su fronti contrapposti, credo meriti di essere ricordato per lo

spirito di servizio con cui servì le nostre istituzioni comunali

nella massima carica. Civico è chi ama la città e per essa si sacrifica e Giorgio Guazzaloca lo fu pienamente". Giustamente orgogliose per questa iniziativa la vedova di Guazzaloca, Egle, e le figlie Giulia e Grazia. Ma, se guadiamo bene, vediamo anche lui, seduto al tavolino del bar di piazza Maggiore sorridere senza mettersi in evidenza. 

Ricordo personale di Giorgio Guazzaloca, l’uomoche si ribellò all’inaccettabile, eccessiva distanza tra il Palazzo e i bolognesi 

Sei anni fa se ne andò in punta di piedi, dopo una lunga malattia: la notizia fu dolorosa, per me e per quelli che conobbero Giorgio. Era un bolognese doc, io ho avuto modo di conoscerlo per motivi professionali - ma non solo - e la sua stima era per me motivo d'onore. Era reciproca. E' stato etichettato in modi sbagliati dai soliti strumentalizzatori. La sua ascesa a sindaco rimane un evento storico, non per Bologna ma per tutta l'Italia. Ha fondato il civismo, certo, dovendo poi sottostare a impegni politici assunti, dunque rispettandoli, ma senza assolutamente meritare etichette, come detto sbagliate. 

Non era di Destra ma era rimasto molto deluso dalla Sinistra, in tempi non sospetti. Perciò era sindaco civico: in tutto e per tutto. 

Dunque staccato dalla politica. Per qualcuno, la politica lo ha usato, per me è stato lui a utilizzarla e a restare fedele alla sua idea. Lo intervistai anni fa in piazza Maggiore, al tavolino da dove osservava la vita della città con amore e con distacco. Parlammo del Bologna che è stato senza dubbio un grande suo amore, avendo pure giocato nelle Giovanili del club, giunse alla soglia della prima squadra. La sua amicizia con Giacomo Bulgarelli era ben nota, come pure il tavolo del tresette e dello sbarazzo dove si sedevano, oltre a lui e al "capitano", il Vescovo ausiliario  monsignor Vecchi e l'ex assessore Sassi, e altri. Mi chiese un giorno di occuparmi del suo ufficio elettorale, in occasione della sua ultima candidatura. Lo ringraziai e gli dissi che, così come ero stato da giornalista in un giornale, altrettanto da non dipendente, preferivo rimanere super partes, senza schierarmi. E poi, “qualcuno” aveva speso una parola per me, al Corriere della Sera di Bologna. Glielo dissi e lui mi rispose: "Ne avrebbe titolo". 

Lo ringraziai vivamente: sa bene di essere stato anche criticato da me. 

Un giornalista serio si pone sempre di fronte a chi governa. Non all’opposizione, ma dirimpetto, guarda bene e cerca sempre un confronto costruttivo, perchè ha a cuore l’interesse della comunità. 

Riposa in pace Giorgio, dopo aver meritatamente goduto l'affetto della famiglia a cui eri legatissimo. In tutti questi anni ho continuato a inviarti un biglietto di auguri, a Natale. So che hai risposto, con l’abituale e sincero garbo d'altri tempi.