11/FEB/2024Francesco PiggioliFeatured, Sport, L'Angolo del Piggio
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Spettacolo Bologna, che poker al Lecce! L'Europa resta lì

Lasciate ogni speranza, voi che entrate.

Cartello da appendere sul portone d'ingresso del Dall'Ara, sempre più spietato con i visitatori. Tra le mura amiche il Bologna si conferma il solito rullo compressore, asfalta il Lecce con un robusto 4-0 senza storia e arriva nel miglior modo possibile allo scontro diretto di mercoledì, quando sotto le Due Torri giungerà la Fiorentina per un derby d'altissima quota. Con vista Champions League, sì. Impossibile, per i rossoblù, non avanzare una candidatura che ottiene via via riscontri e credibilità crescenti. Primi goal in Serie A per Beukema e Odgaard, che aprono e chiudono i conti; in mezzo, la doppietta di un incontenibile Orsolini, il quale si lancia così a quota otto agganciando Zirkzee in vetta alla classifica cannonieri rossoblù. La ritrovata inviolabilità di Skorupski aggiunge la classica ciliegina ad un pomeriggio praticamente perfetto. E' la legge di fort Dall'Ara, bellezza.

Europa e tranquillità nei rispettivi mirini, che ricercano in primo luogo la continuità dopo le vittorie ottenute nell'ultimo turno. Il Bologna vuole sfruttare al meglio il doppio impegno casalingo consecutivo; del resto al Dall'Ara è in serie positiva da dieci partite e non perde da agosto, per cui i presupposti per prendere l'ascensore e mettere pressione all'Atalanta quarta (di scena in serata a Genova) ci sono tutti. Anche perché il percorso stagionale del Lecce avversario di giornata denota parecchie difficoltà lontano dal Salento: zero vittorie in trasferta, dove i giallorossi hanno raccolto solo cinque dei 24 punti conquistati finora. Thiago Motta dichiara chiusa l'emergenza, con il rientro tra i convocati di Ndoye e il ritorno di El Azzouzi dalla Coppa d'Africa la rosa è di fatto al completo. Oltre al lungodegente Soumaoro, manca all'appello solo lo squalificato Aebischer. Potendo pescare da un ampio ventaglio di scelte, il tecnico rossoblù opta per il ritorno delle ali pure: Orsolini a destra, Saelemaekers a sinistra. Al centro dell'attacco, manco a dirlo, il santone Zirkzee. Terza maglia da titolare consecutiva per Fabbian, che va a delineare un assetto assai spavaldo dalla metà campo in su: l'altra mezzala è Ferguson e si prevedono straordinari per Freuler in veste di filtro davanti alla difesa. Chiarissimo il messaggio ai naviganti: ripartire forte dallo stesso copione che ha scardinato il Sassuolo nell'ultima mezzora. Sul fronte opposto D'Aversa continua a preferire Banda al grande ex di turno Sansone, così come Krstovic resiste all'assalto del rampante Piccoli; il tridente offensivo è completato dal velocissimo Almqvist, esame tosto per Kristiansen. Dopo il turno di stop si rivede Ramadani a dettare i tempi di gioco in regia, affiancato da Kaba e da Oudin: quest'ultimo è un po' l'ago della bilancia, perché sulla carta giostra da centrocampista ma nei fatti si alza spesso da vero e proprio fantasista. Assente per squalifica il terzino Gendrey, lo rileva Venuti. Lo scatto dai blocchi del Bologna ha un obiettivo che balza all'occhio: evitare come la peste l'approccio soft esibito contro il Sassuolo, che poteva costar caro. I rossoblù dimostrano di aver imparato la lezione e s'impadroniscono della contesa fin dai primi istanti, intrappolando il Lecce in un quarto d'ora a senso unico. La cannonata dal limite di Saelemaekers domata a fatica da Falcone racchiude già le intenzioni bellicose del Bologna. Basta un calcio d'angolo, in sostanza: Beukema sblocca subito il match spingendo in rete con tocco morbido in mischia dopo respinta di Falcone su tentativo di Zirkzee. Primo goal italiano per il centrale olandese e gara già sotto padrone. I duetti tra Saelemaekers e Zirkzee accendono allarmi assortiti sul lato destro della trincea giallorossa, ma è in generale lo sviluppo a tutto campo della manovra rossoblù a riempire gli occhi e il campo. Calafiori si affianca a Freuler in costruzione, Fabbian e Ferguson offrono sponde prelibate, Orsolini e Saelemaekers si fiondano negli spazi. Per il Lecce, briciole che non sfamano in una prima parte da cestinare. Poi, ecco il sussulto. Kaba incorna il buon cross di Gallo e costringe Skorupski alla prima parata (non scontata), seguita dal tuffo a terra per rispondere al diagonale di Krstovic. Ma il Bologna rischia soprattutto di farsi male da solo, proprio come una settimana fa e sempre per un'incomprensione sull'asse Skorupski-Freuler: Krstovic intercetta il retropassaggio errato del metronomo svizzero al portiere, però da ottima posizione non trova lo specchio. Boccone amarissimo per D'Aversa, che passa in men che non si dica dal potenziale 1-1 all'abisso del doppio svantaggio. Palla a Orsolini, che sfugge alla guardia di Gallo puntando sull'insolito destro e trafigge un non irresistibile Falcone sotto le gambe per il suo settimo centro stagionale: i numeri sono sempre dalla sua parte. Nel primo tempo quasi perfetto del Bologna, un unico appunto: gli impacci in costruzione dal basso. Altra imprecisione e altra falla che si apre, Calafiori spende giustamente il giallo ma il sinistro del Mago Oudin non punge su punizione. E D'Aversa perde anche Banda per infortunio, a coronamento di una frazione da mani nei capelli. Entra Sansone, dal Dall'Ara piovono applausi a scena aperta prontamente ricambiati.

Per il Lecce ci sono brutti presagi, confermati dall'assaggio di secondo tempo. Uscita coi fiocchi dei rossoblù, Calafiori si fa trovare nell'ormai classica posizione alla Stones e con la sua discesa a tutto campo apparecchia la tavola per il bis di Orsolini, letale col suo sinistro diretto sotto l'incrocio agevolato anche dal velo di Fabbian. E' il Bologna di Thiago Motta, sembra il Manchester City di Guardiola. Applausi e ovazioni da parte dei 25mila del Dall'Ara, in estasi come da consolidata abitudine stagionale. Dopo aver già tentato invano la correzione con il doppio cambio all'intervallo (Dorgu per Gallo e Blin per Kaba), D'Aversa richiama anche un Krstovic con le polveri palesemente bagnate; dentro Piccoli, l'uomo della provvidenza giallorossa. Per dare un senso al pomeriggio del Dall'Ara, però, in casa Lecce servirebbe ben più di un semplice miracolo. Thiago Motta approfitta dei tre punti in ghiaccio per predisporre un po' di gestione di energie e risorse, con un pensiero già al recupero infrasettimanale. Fuori Posch, Orsolini e Zirkzee: dentro De Silvestri, Ndoye e l'esordiente Odgaard come punta centrale. Piccoli test in salsa rossoblù, l'ultima mezzora del Dall'Ara scivola via all'insegna della curiosità. Come spesso accade, gli esperimenti prevedono anche qualche intoppo. A dieci minuti dalla fine, infatti, Calafiori si arrende ad una botta al ginocchio a sostituzioni ultimate e il Bologna chiude in dieci uomini con El Azzouzi difensore d'emergenza. Ci vuole però ben altro per guastare l'ennesima giornatona rossoblù, gli scampoli che conducono al gong sono utili per un brindisi d'eccezione. Arriva addirittura il 4-0 e a firmarlo è proprio Jens Odgaard con fuga solitaria dopo scippo ai danni di Baschirotto; esecuzione glaciale davanti a Falcone e grande esultanza sotto la curva Bulgarelli. Largo a sorrisi, baci e abbracci: è qui la festa. Come da piacevole consuetudine, ormai. Che Bologna, signori.

 

 

Di seguito, le pagelle della gara.

 

BOLOGNA (4-3-3)

Skorupski 6.5; Posch 6.5 (61' De Silvestri 6), Beukema 7, Calafiori 7, Kristiansen 6.5; Fabbian 7, Freuler 6 (67' El Azzouzi 6), Ferguson 7 (78' Moro s.v.); Orsolini 8 (61' Ndoye 6), Zirkzee 6 (61' Odgaard 6.5), Saelemaekers 7.  all.: Thiago Motta 8

 

LECCE (4-3-3)

Falcone 5; Venuti 4.5, Pongracic 6, Baschirotto 4.5, Gallo 5 (46' Dorgu 5); Kaba 5.5 (46' Blin 5.5), Ramadani 5, Oudin 4.5 (78' Rafia s.v.); Almqvist 6, Krstovic 5 (51' Piccoli 5.5), Banda 5 (38' Sansone 5).  all.: D'Aversa 5

 

BOLOGNA-LECCE 4-0 (5' Beukema, 27' Orsolini; 49' Orsolini, 82' Odgaard)

 

Francesco Piggioli

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